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Valutario con il fiato sospeso per la decisione della Federal Reserve

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Legnano – Ci troviamo di fronte a mercati ancora incerti, che hanno mostrato i movimenti più importanti sul fronte commodities, con oro, argento e petrolio che hanno corretto dai massimi toccati negli ultimi giorni, senza tuttavia riuscire ad oltrepassare i supporti di breve periodo.

Partendo dal metallo giallo il livello più importante da tenere sotto osservazione risulta essere l’area che gravita attorno a 1,610.00, con le prime resistenze poste a 1,620.00. In caso di rottura di uno dei due livelli ci aspettiamo aumenti di volatilità nell’ordine di 10 $/oncia, mentre per quanto riguarda l’argento 27.85 rappresenta un ottimo livello di supporto, individuato da resistenze statiche che in precedenza hanno funzionato e dal passaggio della media mobile esponenziale a 100 periodi, individuabili su un grafico orario.

Il petrolio si è avvicinato pericolosamente alla soglia di 87.00 $/barile, consolidando per il momento all’interno di un rettangolo tra 87.55 e 88.25, livelli che possono essere sfruttati per rotture che proietterebbero le quotazioni rispettivamente verso 87.00 e 88.75. Dal punto di vista delle borse, qualche correzione c’è stata, soprattutto sugli indici americani che tuttavia si trovano ancora sopra le linee di supporto dinamico a 100 periodi, individuabili sempre su grafici orari, mentre a livello di movimenti visti sui cambi, a parte il tentativo di rottura a ribasso da parte del cable, per ora rientrato, ci troviamo ancora di fronte a situazioni di congestione di cui, tra poco vedremo i livelli.

I mercati sono ancora in attesa di quanto la Federal Reserve deciderà di comunicare ai mercati stasera. L’appuntamento è fissato per le ore 20.15 italiane ed è attesa molta volatilità. Il dilemma shakespeariano che attanaglia gli investitori, gli analisti ed anche le persone comuni riguarda il Quantitative Easing.

Ci sarà o non ci sarà? I riferimenti ai tassi fermi fino al 2014 e la dipendenza della ripresa a stelle e strisce dalla crisi europea saranno protagonisti immancabili, vedremo cosa si deciderà circa la possibilità di stampare nuova moneta per andare a tentare di trasferirla all’economia reale.

Le attese sono ampie, qualsiasi cosa che vada contro di esse potrebbe essere un pretesto per prese di profitto su borse, commodities, cambi e chi più ne ha più ne metta.

Di fronte ad un eventuale nulla di fatto, sarà importante analizzare il wording di Bernanke. Se ci si mostrerà più decisi e magari verranno forniti dei termini temporali utili al fine di valutare l’ulteriore interventismo da parte della Fed, allora potremmo assistere a continuazioni dei movimenti rialzisti iniziati giovedì scroso. Se non verranno fornite informazioni aggiuntive ai mercati, sarà probabile assistere ad acquisti di dollaro americano e yen giapponese, contro vendite di tutto ciò che è legato al rischio.

EurUsd
Il cambio eurodollaro ha in parte confermato lo scenario atteso, anche se la permanenza stabile su 1.23 sta compromettendo la figura individuata già due giorni fa. Parliamo di quella figura di inversione di testa e spalle che, a meno di una rapida discesa nelle prossime ore, appare oramai cancellata. Rimane ad ogni modo l’indicazione di un livello interessante a 1.2330, prima resistenza e di un livello di supporto che gravita intorno a 1.2220: una figura abbondante racchiude, infatti, l’ampiezza delle oscillazioni del cambio da giovedì scorso (escluso lo spike a 1.2385).

UsdJpy
Il cambio UsdJpy si trova ancora, pericolosamente, vicino a 78 figura e l’escursione di questa notte oltre il supporto di una manciata di pip non sembra positivo. Rimane valido il suggerimento di prestare attenzione ad una conferma di rottura di 78 a ribasso, poiché potrebbe generare un movimento utile a rivedere 77.65, che è da considerare come anticamera di un ritorno del cambio sul minimo di inizio febbraio (76).

EurJpy
Come già visto ieri, il cambio EurJpy si muove in maniera del tutto sovrapponibile a quella di eurodollaro. Anche in questo caso, quindi, ci troviamo con una configurazione agli sgoccioli della sua validità: infatti se i prezzi non dovessero calare velocemente la figura di testa e spalle sarebbe negata dal protrarsi della seconda spalla. Ciò che in ogni caso possiamo considerare è il livello di resistenza primario a 96.50, mentre quasi una figura più in basso si trova la resistenza.

GbpUsd
Il cable è l’unico cambio, fra le major, in cui era presente la configurazione di inversione (testa spalle) e l’ha completata. In questo caso abbiamo avuto un movimento repentino oltre la neckline di 1.5670. Il fatto che i prezzi si trovino ancora sul punto di rottura indica una buona dose di incertezza. Se però da qua i prezzi dovessero incominciare a calare nuovamente avremmo fra le mani un buon potenziale ribassista.

UsdChf
Il cambio UsdChf viaggia ancora in territorio laterale ben definito. Il livello più interessante sembra essere rappresentato da 0.9815, mentre a 0.9740 troviamo un supporto molto deciso e confermato dal doppio minimo compiuto il 26 ed il 31 luglio.

AudUsd
Il cambio AudUsd ha perso un po’ della propria forza rialzista e questo è molto evidente grazie ad un grafico orario ed all’interruzione della media EMA 21 che sino dal 25 luglio scorso sosteneva i prezzi. Rimanendo su un grafico dal timeframe orario possiamo intravedere, per l’immediato futuro, un livello di supporto confermato da due fattori: parliamo di 1.0450 indicato da una fascia di congestione vista a cavallo del week end, supportato dalla media a 100 periodi.

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