Le previsioni degli analisti sugli utili sono sempre meno concordi. Secondo dati della societa’ di ricerca Zacks Investment Research, la differenza media tra le stime massime e minime sui titoli dell’indice S&P 500 e’ aumentata nell’ultimo anno del 40% da 25 centesimi a 35 centesimi.
La ragione principale di una tale divergenza d’opinione va ricercata nelle societa’ stesse che offrono sempre meno indicazioni sugli utili agli analisti.
L’incertezza sull’andamento economico rende difficile per le aziende anticipare gli utili, e la regola sulla trasparenza – imposta dalla Securities and Exchange Commission dallo scorso ottobre e che richiede alle societa’ di divulgare le informazioni finanziarie equamente agli analisti e agli investitori individuali – ha spinto alcune aziende a ridurre le informazioni.
“Se le societa’ avessero qualcosa di positivo da annunciare, penso che lo farebbero”, ha commentato Shebly Seyrafi, analista di A.G. Edwards.
Il crollo della spesa tecnologica rende poi quasi impossibile per gli analisti anticipare i profitti. Quanto i consumatori siano disposti a spendere in tecnologia dipende infatti in larga in parte dall’andamento economico.
Qualunque sia la ragione del calo delle indicazioni, la discordanza degli analisti sugli utili di una societa’ causa difficolta’ di giudizio agli investitori individuali e rischia di causare un aumento delle oscillazioni dei prezzi.
La volatilita’ dei prezzi, pero’ e’ un prezzo che alcuni investitori sono disposti a pagare, insieme al dover condurre le proprie ricerche sulle societa’.
“E’ bene avere molte informazioni sulle societa’, ma averne molte e raccolte indipendentemente e’ meglio – ha commentato Jason Tank, gestore di portafoglio di Financial & Investment Management Group – molte delle informazioni che circolavano quando il mercato era sotto il segno del toro erano le opinioni delle societa’” .