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UTILI: 25% SOCIETA’ S&P IN ‘PROFIT WARNING’

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Secondo First Call, societa’ di ricerca controllata dal gigante media Thomson Financial, nel secondo trimestre dell’anno sono stati comunicati finora 117 ”profit warning” (revisioni al ribasso della propria stima di crescita) da parte delle aziende rappresentate nell’indice S&P 500.

Il numero equivale al 23.4% delle societa’ nell’indice.

La cifra e’ altissima se confrontata con il numero di compagnie che hanno comunicato un “profit warning” nello stesso periodo dell’anno precedente: 14.

Nel primo trimestre del 2001, inoltre, ci sono stati ben 112 ”profit warning”.

Il trend e’ molto preoccupante, anche se bisogna considerare il fatto che il fenomeno potrebbe essere in parte il risultato degli effetti della “Regulation FD”.

La Regulation Fair Disclosure, entrata in vigore il 23 ottobre scorso rappresenta il tentativo della Securities and Exchange Commission (SEC), l’organo di controllo di borsa, di porre sullo stesso livello gli investitori individuali e gli operatori del mercato.

Secondo le nuove norme, le societa’ sono tenute a rendere note a tutti nello stesso momento le informazioni riguardanti situazioni che possono avere effetto sul prezzo del titolo, mettendo quindi fine alla pratica dell’informazione selettiva con cui gli amministratori delegati delle societa’ offrivano notizie finanziarie a un gruppo ristretto di analisti.