E’ stata una grande vittoria per le grandi imprese, il trionfo a Washington della ‘Corporate America’: il Senato ha votato la legge che normalizza definitivamente le relazioni commerciali con la Cina.
Il disegno di legge, fortemente voluto dall’amministrazione Clinton e aspramente osteggiato dalle organizzazioni sindacali, ha creato imbarazzo e divisioni all’interno del partito Democratico.
La Casa Bianca ha speso tutto il proprio peso per ottenere la maggioranza in parlamento e raggiungere cosi’ uno degli obiettivi prioritari nel programma di politica estera.
Il provvedimento rappresenta di fatto un via libera all’ingresso di Pechino all’interno dell’Organizzazione mondiale per il Commercio (WTO) e da’ accesso agli Stati Uniti a un mercato stimato in 1,3 miliardi di consumatori.
Il governo cinese, dal canto suo si e’ impegnato ad aprire alcuni importanti mercati, fra cui quello delle telecomunicazioni e dell’agricoltura facendo muro tuttavia alle richieste americane sul capitolo dei diritti civili.
La Casa Bianca ha definito l’approvazione della legge una pietra miliare nelle realazioni tra i due paesi il passo piu’ importante dopo la visita di Richard Nixon a Pechino nel 1972.
“La normalizzazione delle relazioni commerciali con la Cina non solo rappresenta una eccezionale opportunita’ economica per i lavoratori americani – ha dichiarato l’ambasciatore Charlene Barshefky, plenipotenziaria di Clinton per il Commercio estero – ma promuove una politica di riforme e di stabilita’ nell’intera regione asiatica”.
Lo scoglio principale per l’ingresso della Cina nel WTO rimane adesso la violazione dei diritti sulla proprieta’ intellettuale e l’implementazione degli accordi internazionali.