Usa: sempre più ostaggio della Cina

di Redazione Wall Street Italia
17 Settembre 2010 10:00

(WSI)- Ieri abbiamo accennato alle difficoltà che il Segretario al Tesoro, Geithner, avrebbe incontrato nello svolgere il suo discorso sulla politica monetaria cinese. In effetti il discorso non ha influito sulle sorti del greenback.

Per quanto egli avesse trasmesso il concetto che la Cina stia artificialmente indebolendo lo Yuan, non ha indicato se la Cina verrà decretato “currency manipulator” nel report del Tesoro di ottobre. Dobbiamo quindi porre una domanda chiave al Segretario Geithner: intervenire come hanno fatto Cina e Giappone (ma la Cina in particolar modo) è in qualche modo diverso dalla manipolazione?

Certo, la risposta è scontata ma politicamente scomoda: non è manipolazione quando si tratta della Cina che tiene le redini del mercato obbligazionario USA. Anche se tante aziende americane (e non solo) stanno soffrendo le distorte ragioni di scambio che favoriscono i prodotti cinesi, ci sono altrettante aziende politicamente potenti che vogliono mantenere questo status quo.

Geithner l’ha detto apertamente, constatando che le aziende americane hanno paura del confronto con la Cina, visto che la nazione asiatica ha una lieve impronta vendicativa. Praticamente, dicendo apertamente che la Cina è un manipolatore e marchiarla a fuoco farebbe più male che bene, politicamente parlando.

E il G20 cosa ne pensa? Dal 9 all’11 ottobre i ministri delle finanze del G20 si incontreranno a Washington e nell’agenda c’è anche la politica monetaria della Cina. Ma la furbizia cinese è rinomata e probabilmente rivaluteranno lo Yuan prima del meeting.

Passando dalla politica ai dati economici, ieri i dati USA sono usciti misti ma leggermente a favore di dollaro… anche se la price action direbbe il contrario. Oramai si vuole solo vendere dollari: jobless migliori, TICS migliori, prezzi alla produzione migliori… e il dollaro perde terreno.

L’unica notizia brutta è stato il peggioramento del saldo di Partite Correnti. Passiamo quindi all’Euro che ha guadagnato terreno proprio contro il Chf. In realtà il Chf è stato venduto pesantemente dopo la revisione a ribasso della stima del tasso di inflazione per la quale hanno dato la colpa alla forza del Chf e hanno aggiunto che i rischi a ribasso continuano a dominare in un’ambiente privo di crescita economica sostenibile.

Quindi politica monetaria accomodante ancora per lungo tempo e quindi potrebbe essere arrivato un freno alle discese in UsdChf e EurChf. Se qualcuno si sta chiedendo cos’è successo alla sterlina, la risposta si chiama “retail sales”.

Durante il nostro briefing mattutino, avevamo parlato della volatilità che i retail sales UK avrebbero comportato e di fatti dopo le prime discese GBP, abbiamo assistito ad una ripresa notevole che però non può certo derivare dai fondamentali UK (che sono deteriorati parecchio) bensì dalle continue vendite di Usd su tutti i fronti.

E lo Yen? L’intervento della BoJ sta mantenendo gli effetti sperati per ora, ma crediamo che il mercato testerà tra 1-2 settimane la convinzione della BoJ. Occhio quindi a non essere colti in posizioni short su UsdJpy.

Dal punto di vista dell’analisi tecnica, è facile vedere come l’ondata di positivismo innescato dall’oriente stia ancora contagiando l’FX con Euro e Sterlina molto vigorosi stamattina. Potrebbe essere un break out di breve termine, ma l’EurUsd ha rotto il massimo di 1,3120 e si sta dirigendo più in alto e forse possiamo raggiungere 1,3150 e 1,3180 stamattina e se i dati delle 8 (Prezzi alla Produzione della Germania) sono buoni, potremmo forse raggiungere la resistenza fondamentale a 1,3240.

Certo che l’Euro ha corso tanto questi giorni, e probabilmente la risalita anche di EurChf sta permettendo a molti di rilassarsi in poltrona. Siamo sopra 1,3270 (mentre scriviamo sopra 1,3320) e se si riuscisse a mantenere questi livelli potremmo spingerci ancora più in su.

Il fatto è che anche la sterlina è tonica nonostante i fondamentali pessimi e quindi vediamo che l’EurGbp inizia a cedere e la rottura di 0,8360 apre la via fino a 0,8320.

Parliamo anche dello Yen, che nonostante riesca a tenersi stretta i guadagni dopo l’intervento della BoJ, è entrato in range abbastanza stretti contro Euro, Sterlina, Dollaro e Franco Svizzero. In particolare, la situazione di range più evidente c’è sul ChfJpy che ha il supporto a 84,20 e la resistenza a 84,60.

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