Al giro di boa le borse americane sono stabili in leggero ribasso, frenate ancora una volta dalle preoccupazioni per la debolezza economica e dalle tensioni internazionali.
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Protagonista della seduta il discorso di Alan Greenspan al Joint Economic Committee del Congresso, la commissione bicamerale responsabile del monitoraggio dell’economia americana.
Incalzato dalle domande di senatori e deputati, il governatore della Fed ha affrontato via via quelle che sono le maggiori preoccupazioni del mercato in questo momento: il pericolo deflazione, il costo del denaro, la debolezza del dollaro e i tagli alle tasse.
“La domanda e’ sempre la stessa – osserva Francesco Leone, responsabile dell’ufficio studi di Wall Street Italia -: dopo il rally delle ultime settimane gli indici si avviano a una forte correzione o riusciranno a conservare i guadagni realizzati, magari con un rialzo meno violento? Ovviamente le parole di Greenspan non rispondono direttamente a questo quesito, tuttavia lo scenario delineato dal n.1 della banca centrale USA sembra suggerire la seconda ipotesi. Le possibilita’ di andare incontro a una situazione simile a quella giapponese sono molto remote, se non addirittura nulle. E se nel breve la capacita’ del sistema di reagire agli stimoli rimane limitata, per quanto riguarda le prospettive di medio-lungo periodo il tono e’ ottimista“.
Dalle dichiarazioni di Greenspan gli operatori hanno tentato di dedurre le prossime mosse della Fed in termini di politica monetaria. Verso la fine dell’intervento del governatore, al Chicago Board of Trade i future sui Fed Fund scontavano una probabilita’ del 78% di un taglio dei tassi di 25 punti base nella riunione del 24-25 giugno. Prima dell’apertura delle borse, i contratti davano al 70% un taglio dello 0,50%.
Al mercato valutario prosegue la debolezza del dollaro, che nella notte ha toccato un nuovo minimo nei confronti dell’euro (1,1744), avvicinandosi sempre di piu’ al record storico di 1,185.
Sul fronte geopolitico, nella tarda serata di ieri sull’onda dei recenti attentati in Marocco e Arabia Saudita e delle informazioni ottenute dall’intelligence statunitense, il livello di allerta per la sicurezza del Paese e’ tornato ad “arancione”, colore che indica un “elevato” rischio di attacchi terroristici. Ad alimentare il nervosismo e’ giunta questa mattina la notizia che lunedi’ notte in Arabia e’ stata sventata una strage replica dell’11 settembre.
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