Negli Stati Uniti il mercato del lavoro continua a perdere posti, ma ad un ritmo piu’ moderato, come evidenziato dalle cifre del rapporto occupazionale relativo al mese di aprile. La perdita di 539.000 posti e’ la piu’ contenuta degli ultimi sei mesi. Tuttavia il tasso di disoccupazione e’ salito all’8,9%, ai massimi da 26 anni, con diverse aziende che in tempo di crisi preferiscono mantenere un approccio cauto per quanto riguarda le assunzioni.
Dai dati diffusi dal Dipartimento del Lavoro e’ emerso un calo dei posti di lavoro piu’ contenuto rispetto alla perdita di 600.000 unita’ attesa dagli economisti. Sul dato ha influito l’incremento delle assunzioni con contratti a termine da parte del governo in vista della preparazione per il Censimento del 2010. Per quanto riguarda il rialzo del tasso di disoccupazione, che il mese scorso si era attestato all’8,5%, le previsioni degli analisti sono state rispettate.
Il rapporto mette in evidenza la misura in cui la recessione piu’ grave dai tempi della seconda guerra mondiale sta influendo sulle attivita’ aziendali e sulla vita degli americani. Tuttavia il rallentamento della contrazione potrebbe alimentare le aspettative di una stabilizzazione dell’economia e le speranze che il peggio sia ormai alle spalle. “Si intravedono dei barlumi di speranza. Ci stiamo muovendo nella giusta direzione in termini di tagli al personale.
I numeri sono notevolmente meno negativi di quelli a cui siamo stati abituati in precedenza”, sostiene Mark Zandi, chief economist di Moody’s Economy.com. Se si includono anche i disoccupati che hanno smesso di cercare un nuovo lavoro o quelli che hanno trovato un lavoro part-time, il tasso di disoccupazione sarebbe stato del 15,8% in aprile, il livello piu’ alto dal 1994. Al momento il numero complessivo di disoccupati e’ pari a 13,7 milioni, in rialzo dai 13,2 milioni di marzo. Le aziende continuano inoltre a mantenere su livelli molto bassi il numero di ore lavorative.
In aprile la media si e’ infatti mantenuta stabile, a 33,2 ore, eguagliando il minimo record stabilito il mese precedente. Dall’inizio della recessione, a dicembre 2007, l’economia ha perso un numero complessivo di 5,7 milioni di posti di lavoro. A causa delle difficolta’ incontrate sia a vendere che a fare profitti, le aziende si vedono costrette a ridurre i costi, effettuando tagli al personale per poter sopravvivere alla crisi.
Tra le altre misure adottate, il mantenimento delle ore lavorative su livelli bassi e il congelamento dei salari. Per quanto riguarda febbraio e marzo, il bilancio risulta peggiore del previsto. Le aziende hanno tagliato 681.000 posizioni in febbraio, 30.000 in piu’ rispetto a quanto riportato in precedenza. Le riduzioni al personale in marzo si sono invece attestate a 699.000 unita’, piu’ delle 663.000 annunciate in un primo momento. Il dato mensile peggiore da quando la recessione e’ iniziata si e’ visto a gennaio, quando l’economia ha perso 741.000 posti di lavoro. Per trovare una cifra altrettanto alta bisogna risalire all’autunno del 1949. Il mese scorso invece la cifra e’ stata la piu’ bassa dai 380.000 tagli di ottobre.
Ciononostante, in aprile le perdite di posti di lavoro hanno interessato indistintamente tutti i settore dell’economia statunitense. Contestualmente, le societa’ di costruzioni hanno rinunciato a 110.000 posti di lavoro, dopo la perdita di 135.000 unita’ di marzo. Le fabbriche hanno cancellato 149.000 posti dopo i 167.000 tagli del mese precedente. Le aziende di vendite al dettaglio hanno tagliato circa 47.000 posti, un numero inferiore rispetto ai 64.000 di marzo, mentre i posti di lavoro nelle attivita’ finanziarie sono dimuniti di 40.000 unita’, rispetto alla perdita di 43.000 posti del mese antecedente.
Guardando al futuro, gli economisti prevedono che si continuino a verificare perdite di posti di lavoro per la maggior parte, se non per l’intero anno in corso. Tuttavia sperano che le riduzioni saranno sempre meno. Le crisi del mercato del credito, immobiliare e finanziario, le peggiori dagli anni ’30, hanno fatto sentire il loro peso sulle societa’ e i lavoratori americani e continueranno a farlo. Solitamente prima di tornare alla normalita’, il mercato del lavoro deve aspettare che l’economia sia ripartita.
Molti economisti si aspettano che il tasso di disoccupazione tocchera’ il 10% entro la fine dell’anno, mentre per il presidente della Federal Reserve, Ben Bernake, salira’ intorno al range del 9%. Ma su una cosa gli economisti e Bernanke sono d’accordo: il tasso di disoccupazione continuera’ a salire anche il prossimo anno. Secondo la Fed i livelli di disoccupazione resteranno alti sino al 2011, mentre per gli economisti il mercato del lavoro non tornera’ alla normalita’, ovvero quando il tasso e’ pari al 5%, prima del 2013