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USA: PROSPETTIVE MOLTO POSITIVE PER LA CRESCITA

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*Questo documento e’ stato preparato da Legg Mason ed e’ rivolto esclusivamente ad investitori istituzionali ovvero ad operatori qualificati, così come definiti nell’art. 31 del Regolamento Consob n° 11522 del 1° luglio 1998 e successive modifiche ed integrazioni. Le analisi qui pubblicate non implicano responsabilita’ alcuna per Wall Street Italia, che notoriamente non svolge alcuna attivita’ di trading e pubblica tali indicazioni a puro scopo informativo. Si prega di leggere, a questo proposito, il disclaimer ufficiale di WSI.

(WSI) – Bill Miller, presidente e CIO di Legg Mason Capital Management è convinto che il mercato stia sottostimando il potenziale di crescita del Pil americano per il 2010, in quanto trascura la forte accelerazione della ricostituzione delle scorte che contribuirà a trainare negli Stati Uniti una ripresa che potrebbe fare rimbalzare il mercato azionario nell’anno in corso addirittura del 20%.

Il calo della produzione industriale cui si è assistito negli USA ha superato notevolmente la contrazione della domanda e ciò perché il taglio della produzione è stato ottenuto con la riduzione delle scorte. Miller prevede dunque che la rapida ricostituzione dei magazzini da parte delle aziende americane sarà lo stimolo per una forte crescita economica che si protrarrà per diversi trimestri.

Benché per la crescita del Pil nel 2010 il consenso preveda un 2,6% e la Federal Reserve un 2,7%, secondo Miller ci sono buone possibilità che l’economia cresca oltre queste stime, arrivando addirittura a un 8%. Sulla scia di una tale ripresa, un balzo del mercato azionario di addirittura un 20% non è da escludere.

L’azionario statunitense continua a registrare utili oltre le aspettative. Un altro dato ricordato da Miller è che, partire dal 1871, i periodi decennali nei quali il rendimento del mercato azionario è stato negativo sono stati 14, incluso quello degli ultimi 10 anni.* A seguito di ciascuno dei precedenti 13 periodi decennali, i rendimenti aggiustati per l’inflazione nei 10 anni successivi hanno superato il 10%, ossia, sono andati ben oltre il 6,66% della media dei rendimenti reali a lungo termine e hanno più che raddoppiato il rendimento delle obbligazioni di Stato. In altre parole, ogni qualvolta per un intero periodo decennale l’azionario ha registrato una performance scarsa, nei successivi 10 anni, la performance dei mercati azionari è stata superiore alla media e ha in media raddoppiato quella dell’obbligazionario. Anche se gli investitori continuano a preferire i titoli obbligazionari a quelli azionari, Miller è dell’avviso che le azioni in questo momento siano molto sottovalutate rispetto alle obbligazioni.

Tra i comparti, quello tecnologico e quello finanziario saranno quelli che, secondo Miller, beneficeranno di più dalla crescita economica e il suo portafoglio è posizionato conseguentemente. Data la solidità dei bilanci aziendali e l’alto numero di società che stanno registrando guadagni record, la tecnologia è il settore di maggior peso nel portafoglio di Miller. Tra le posizioni detenute si annoverano IBM, Cisco, Microsoft e Hewlett Packard.

Il secondo settore sul quale Miller si è concentrato è quello finanziario. A suo avviso, esso non è mai stato così liquido fin dagli anni Trenta e le società che sopravvivranno al tracollo degli ultimi due anni sono ben posizionate per sfruttare quote di mercato cospicue, mentre le banche, da parte loro, appaiono sempre più sane, considerando che le perdite comunicate ammontano solo alla metà o addirittura a meno di quanto calcolato con i rispettivi stress test.

Per sfruttare la crescita dei mercati emergenti nei prossimi anni, le azioni meglio posizionate appaiono quelle delle aziende mega-capitalizzate e in particolare quelle che detengono grandi marchi. Secondo Miller, i guadagni ex-USA permetteranno loro di crescere più rapidamente delle loro controparti più piccole. Inoltre, se la crescente domanda dei consumatori cinesi, incoraggiata anche dal governo cinese, si tradurrà in una maggiore domanda di prodotti di esportazione statunitensi, essa fornirà un sostegno anche al dollaro.

“È per noi strategico, soprattutto nel momento in cui l’Italia presenta segnali di ripresa nel settore del risparmio gestito, offrire agli investitori italiani la nostra esperienza di gestore puro e indipendente” ha commentato Maurizio Ceron, director of business development di Legg Mason in Italia. “Il nostro modello di business infatti è quello delle multi-boutique che permette di contare su un certo numero di società di proprietà del gruppo, ma indipendenti l’una dall’altra, alla guida delle quali si trovano alcuni dei più importanti gestori internazionali, proprio come Bill Miller che è chairman di Legg Mason Capital Management (LMCM).”

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