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USA: PREZZI ALLA PRODUZIONE CORRONO A GENNAIO

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Con un inspiegabile ritardo di molte settimane (esattamente un mese dopo la data originale), il Dipartimento del Lavoro ha comunicato che i prezzi alla produzione (PPI) negli Stati Uniti nel mese di gennaio hanno registrato un aumento dello 0,6%, con il “core” in crescita dello 0,3%.

Le stime del consesus (il gruppo di economisti delle grandi banche d’affari newyorkesi) erano per una crescita dei prezzi alla produzione dello 0,4% e dello 0,1% per il core.

La prima reazione a caldo del mercato dopo la comunicazione del dato e’ stato un calo del prezzo dei Treasurys, con la conseguenza che il rendimento e’ salito ai massimi degli ultimi giorni. Alcuni broker fanno notare, comunque, come il Ppi sia vecchio, in quanto il governo ne ha ritardato la comunicazione di molte settimane. Per quanto concerne le decisioni di politica monetaria, la Fed puo’ far conto su un dato molto piu’ “fresco”, come il Cpi, cioe’ i prezzi al consumo, comunicato ieri (vedi precedenti articoli).

L’aumento dello 0,6% e’ stato causato soprattutto dalla crescita pari al 4,7% dei prezzi energetici (il settore alimentare ha mostrato un calo dell’1,4%). L’incremento e’ piu’ o meno simile a quel +0,5% che fu registrato dai prezzi al consumo in gennaio. Corollario: gli economisti non ritengono ci sia alcun pericolo reale sul fronte dell’inflazione.