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Usa: Pil secondo trimestre in rialzo +2.4%

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Il Prodotto Interno Lordo Usa – un dato che rappresenta il valore totale di tutti i beni e servizi prodotti e venduti nel Paese – nel secondo trimestre del 2010 ha registrato un’espansione pari a +2.4% (tasso annualizzato).

Lo ha comunicato il Dipartimento del Commercio Usa. Si tratta della lettura preliminare. Le stime erano per un risultato pari a +2.5%. La crescita nei primi tre mesi dell’anno e’ stata pari a +3.7%, dato rivisto al rialzo da +2.7%.

Dopo tre mesi di dati, gli investitori hanno cosi’ avuto modo di dare uno sguardo all’intensita’ della ripresa dell’economia. Le cifre rimangono solide, ma evidenziano comunque una decelerazione rispetto ai mesi precedenti.

In tempi normali, una crescita del Pil pari al 2.4% sarebbe da considerare positiva, ma il Paese esce dalla peggiore recessione dagli anni ’30. Di conseguenza e’ necessario che la ripresa risulti piu’ forte (2 o 3 volte i livelli attuali) per notare effetti benefici, come hanno fatto sapere gli analisti.

Gli investimenti nelle apparecchiature e nei software sono stati i principali catalizzatori della crescita, mentre il settore delle esportazioni ha pesato nell’altro senso ed e’ stato accompagnato da importazioni fiacche. La lettura leggermente inferiore alle attese e’ dunque dovuta principalmente all’ampliamento del gap della bilancia commerciale e agli inferiori livelli registrati nelle componenti della spesa dei consumatori.

La disoccupazione, unita alle condizioni instabili dei mercati finanziari e immobiliare, oltre alla mancanza di un’inflazione, sono tra le principali ragioni per cui la Federal Reserve si e’ impegnata a mantenere invariati i tassi di interesse su livelli vicini allo zero.

“L’economia e’ entrata nel secondo trimestre con un certo slancio, sfruttando un buon momento di forma, ma ne e’ uscita con molto poco in mano. Prevediamo che la crescita nel terzo trimestre sara’ piu’ bassa”, ha dichiarato a Bloomberg Nigel Gault, chief U.S. economist di IHS Global.

La piu’ grave recessione dagli anni ’30 e’ risultata ancora piu’ pesante del previsto, stando ai dati annunciati dal Dipartimento del Commercio, che oggi ha pubblicato le revisioni annuali, rispecchiando la debolezza di spese al consumo e mercato immobiliare.