Nel mese di novembre l’occupazione nel settore non agricolo negli Stati Uniti e’ diminuita di 11 mila unita’, con il dato che si e’ rivelato decisamente migliore delle stime. Il tasso di disoccupazione e’ stato del 10%, scendendo dai massimi del 1983 del 10.2% e sottolineando un miglioramento evidente del mercato del lavoro.
Sulla scia dei dati, resi noti dal Dipartimento del Lavoro, i listini hanno fortemente accelerato nel pre-borsa (Dow +1.08%, S&P +1.22%, Nasdaq +1.28%).
Se e’ vero che si tratta comunque del 23esimo mese consecutivo in cui le aziende americane – piccole, medie e grandi – licenziano, il risultato e’ da considerare sorprendentemente positivo. Le stime degli economisti erano per una perdita di posti di lavoro pari a 125 mila unita’, mentre il tasso di disoccupazione era stato previsto al 10.2%, ovvero dove si trovava il mese precedente. In ottobre furono persi 111.000 posti (dato rivisto da -190.000).
L’amministrazione Obama, sotto pressione dopo che quasi la meta’ dei 7.2 milioni di posti di lavoro persi dall’inizio della recessione sono stati registrati dalla cerimonia di inaugurazione del nuvoo presidente, sta prendendo in considerazione altre misure per alimentare la crescita economica. Il numero uno della Fed, Ben S. Bernanke, ha promesso che manterra’ i tassi di interesse invariati su livelli minimi storici fono a quando una ripresa della situazione occupazionale non sara’ evidente.
“Ci stiamo avvicinando al punto in cui le aziende avranno bisogno di tornare ad assumere personale”, ha dichiarato prima della pubblicazione del report Joseph LaVorgna, chief U.S. economist di Deutsche Bank Securities. “Vedremo un miglioramento perche’ le societa’ hanno tagliato cosi’ tanto in precedenza”.
Le ore di lavoro settimanali sono state in media pari a 33.2, lievemente superiorii alle 33.1 previste. Gli stipendi medi all’ora sono risultati in rialzo dello +0.1% rispetto al mese precedente, a fronte del valore del consensus di 0.2% e a quello di ottobre di +0.3%.