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USA: PER HUBBARD E’ PRESTO PARLARE DI RECESSIONE

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Glenn Hubbard, presidente dei consiglieri economici alla Casa Bianca, ha sottolineato che la guerra americana contro il terrorismo avra’ un effetto trascurabile sull’economia Usa, che nei primi tre mesi del 2002 potrebbe registare un recupero, con una crescita dell’1%.

Hubbard ha infatti sottolineato che la battaglia contro il terrorismo potrebbe provocare un calo della crescita della produttivita’ tra i dieci e i venti punti percentuali.

“Non e’ sicuamente una notizia positiva, ma neanche la fine del mondo”, ha commentato Hubbard.

Durante gli anni ’90 la crescita della produttivita’ americana e’ stata in media del 2,5%, con un tasso quasi doppio rispetto alla crescita conseguita durante gli anni ’70 e ’80.

Molti economisti hanno sottolineato che l’accelerazione ha permesso al Paese di beneficiare di un veloce tasso di crescita e di un basso livello di inflazione, almeno fino allo scorso anno, quando e’iniziato il rallentamento dell’economia.

Proprio agli inizi del mese Hubbard aveva sottolineato che gli attacchi terroristici avevano aumentato in modo significativo la possibilita’ che l’America entrasse in recessione.

Ma i toni con cui il presidente dei consiglieri economici alla Casa Bianca ha parlato pochi minuti fa si sono rivelati meno pessimisti rispetto alle dichiarazioni precedentemente formulate.

“E’ troppo presto affermare che l’economia Usa e’ formalmente in recessione – ha infatti detto Hubbard – E’ certo che il quarto trimestre sara’ molto debole ma confido nel mix di tagli dei tassi di interesse e di sgravi fiscali, che dovrebbero permettere all’economia di raggiungere un tasso di crescita di almeno l’1% nei primi tre mesi dell’anno prossimo”.

Gli attacchi terroristici hanno infatti visto in primo piano l’attivita’ intensa della Federal Reserve che ha portato i tassi di interesse al minimo degli ultimi 39 anni, a quota 2,5%.

Greenspan ha anche sottolineato l’intenzione di tagliare i tassi anche il prossimo mese e secondo Hubbard le misure avranno un impatto molto positivo sull’economia che tra l’altro dovrebbe essere visibile nei prossimi mesi.

Hubbard ha tuttavia consigliato al Congresso di non approvare un pacchetto di stimoli fiscali piu’ grande di quello richiesto dal presidente Bush, temendo l’impatto sui conti pubblici.