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USA: PACCHETTO FISCALE, INTESA BUSH-CONGRESSO

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Rimborsi fiscali di 300-1.200 dollari e taglio alle tasse aziendali: sono i punti principali dell’accordo preliminare raggiunto da amministrazione Bush e Congresso, nell’ambito del pacchetto di misure a sostegno dell’economia.

I leader del Congresso hanno trovato un’intesa preliminare sulle misure di rilancio all’economia, come proposto dall’Amministrazione Bush, non ancora sufficiente però a spegnere del tutto gli attriti, in particolare sul fronte dei democratici. Anche la Casa Bianca preferisce parlare di schema di massima: “Non c’é un accordo finale ancora, ma si stanno facendo progressi”, rileva la portavoce Dana Perino.

Venerdì il presidente Georg W. Bush ha anticipato il varo di un pacchetto di misure di stimolo per l’economia pari all’1% del Pil, circa 140-150 miliardi di dollari, comprensiva di sgravi alle imprese per la nuova occupazione. La speaker della Camera, la democratica Nancy Pelosi, e il leader della minoranza repubblicana, John Boehner, hanno raggiunto “un accordo di principio”, al termine delle riunioni conclusesi ieri a tarda notte, sul disegno di legge di rimborsi alle famiglie da 100 miliardi di dollari, più altri 40 miliardi di sgravi fiscali alle aziende.

I dettagli non sono stati ancora esaminati nel dettaglio, ma il disappunto sarebbe soprattutto sulle spese per i sussidi di disoccupazione o per i buoni pasto, che per i democratici sono lo strumento più diretto per mettere risorse a disposizione delle persone, direttamente. Tra le ipotesi che circolano, ad esempio, figura quella del rimborso di 300 dollari per chi ha un reddito di almeno 3.000 dollari nel 2007, più 300 bonus per ogni bambino. Le aziende potranno ottenere sgravi fiscali più ampi per sostenere investimenti, soprattutto nel caso delle Pmi.

Il pacchetto include anche temporaneamente il rialzo del limite di 417.000 che le due agenzie semipubbliche, Fannie Mae e Freddie Mac, devono rispettare per riacquistare i mutui sui mercati erogando così nuova liquidità. Secondo Barney Frank, deputato democratico al vertice della commissione dei Servizi finanziari della Camera, il nuovo limite sarebbe pari al 125% del prezzo medio delle case delle aree metropolitane, non oltre comunque i 700mila dollari.