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USA: OCCUPAZIONE DISASTRO, PERSI 533.000 POSTI DI LAVORO

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Nel mese di novembre l’occupazione nel settore non agricolo negli Stati Uniti e’ diminuita di 533 mila unita’. Si tratta di una contrazione dell’occupazione per l’undicesimo mese consecutivo e del maggior calo degli ultimi 34 anni, cioe’ dicembre 1974 nonche’ dal quarto maggior calo dell’occupazione di sempre. La recessione, partita negli Stati Uniti un anno fa, si aggrava drammaticamente, incidendo sull’economia reale e su milioni di famiglie americane. Negli ultimi tre mesi il mercato del lavoro statunitense ha perso 1,256 milioni di occupati, quasi 2 milioni da inizio anno.

Lo ha reso noto il Dipartimento del Lavoro.

Il dato si e’ rivelato nettamente peggiore rispetto alle stime degli economisti. Gli analisti si aspettavano in media una perdita di 350.000 posti. Rivisti al ribasso i numeri di settembre, ad una perdita complessiva di 320 mila unita’ (dalle 240 mila stimante in precedenza).

Il tasso di disoccupazione e’ balzato al 6.7% dal 6.5% dello scorso mese, massimo assoluto degli ultimi 15 anni. Le attese erano per un rialzo pari a +6.8%. Il salario orario su base mensile e’ cresciuto dello 0.4%, oltre le attese (+0.2%).

Per chi sia interessato al modo in cui viene calcolato questo importante dato macroeconomico: Come leggere i dati sul mercato del lavoro USA.

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Il dato di oggi conferma che le aziende americane hanno tagliato posti di lavoro in numeri mai visti negli ultimi 34 anni, il naturale effetto di una recessione in corso da un anno, essendo cominciata ufficialmente nel dicembre 2007. Il tasso di disoccupazione e’ balzato al livello piu’ alto dal 1993.

Più in dettaglio, nell’industria sono state cancellate 85.000 posizioni
(-104.000 a ottobre) di cui 13.100 solo nel settore auto. Pesante il bilancio anche nel settore dei servizi dove sono state eliminate 370.000 posizioni, più del doppio rispetto alle 153.000 cancellate a ottobre. Nel comparto delle costruzioni si sono registrati 82.000 occupati in meno e in quello finanziario sono stati cancellati 32.000 posti.

La crisi economico-finanziaria comincia a farsi sentire quindi in modo drammatico sull’economi reale, con un’ondata di licenziamenti senza precedenti per le grandi aziende americane. Proprio ieri AT&T ha annunciato il taglio di 12.000 posti di lavoro. Si tratta del 4% della forza lavoro. Il colosso chimico DuPont, che e’ tra le blue chips del Dow Jones Industrial Index, ha annunciato il netto calo delle stime sugli utili per il quarto trimestre e contemporaneamente il licenziamento di 6.500 dipendenti.


Carlyle Group ha tagliato a sua volta del 10% lo staff, si tratta della prima grande societa’ di private-equity ad annunciare un ampio ridimensionamento, alla luce della crisi che ha colpito il mercato finanziario. Molte altre societa’ dello stesso settore hanno in programma licenziamenti di massa, secondo fonti del comparto. Si calcola che a Wall Street la perdita di posti di lavoro quest’anno possa toccare nella sola Manhattan le 250.000 unita’, per via dei licenziamenti in banche, finanziarie, case di brokeraggio, banche d’affari e hedge funds.

Sempre nel settore finanziario Credit Suisse ha annunciato l’eliminazione di 5300 posti di lavoro dopo aver riportato una perdita di $2.5 miliardi nei primi due mesi del quarto trimestre. Taglio del personale anche da parte della conglomerata media Viacom, proprietaria dei network MTV e della casa di produzione cinematografica Paramount Pictures. Nel tentativo di ridurre i costi, l’azienda ha annunciato una riduzione del 7% del personale, il che si traduce nell’eliminazione di 850 posizioni dall’attuale staff.