di Lorenzo Daglio e Fabio Caldato*
Nuovi massimi per il cross euro-dollaro, che raggiunge 1,385, aggiornando, anche se di poco, il precedente massimo a 1,3843. Da più giorni, come già segnalato, il cambio per eccellenza si mantiene in un sostanziale range, senza impulsi ulteriori, ma con tendenza rialzista stabile. I livelli di resistenza e supporto rimangono quelli citati nei precedenti interventi, quindi 1,39 e 1,4 in alto e 1,3765 nel brevissimo e 1,366-1,368 per un test dei massimi relativi rotti. Ieri si conferma moneta forte anche la sterlina inglese, che raggiunge il target da noi comunicato a 2,065 contro il dollaro americano. Il cambio si avvia ora verso 2,0707. Il movimento, che dà segni di stress, potrebbe però ritracciare con supporti posti a 2,058 e 2,053 e, quindi, a 2,0475. Ma la forza della sterlina si è palesata ieri anche contro la moneta unica, forando il livello di 0,67 figura per rimbalzare di una quindicina di pips da area 0,669. In questo caso, ci troviamo di fronte a un ipervenduto di breve che fa pensare a un rallentamento della discesa, anche vista la caratteristica assenza di volatilità nel cross euro-pound. Il rischio di credit crunch e l’aumento dell’avversione al rischio, in relazione alla crisi dei mutui subprime, hanno contribuito invece alla prosecuzione del recupero dello yen. Vi è stata una probabile chiusura di posizioni speculative, aperte sfruttando il noto carry trade, con indebitamento in valuta giapponese. Dopo l’impulso di venerdì, durante cui l’euro-yen ha perso una figura netta in pochi secondi, c’è stato dunque un ulteriore calo dei livelli con minimo a 166,36. Il conseguente rimbalzo ha trovato ostacolo in area 167,35, a contatto con le medie mobili sui grafici intraday. Nel breve 165,9 potrebbe fare da supporto, anche se i target del ribasso sono posti in area 165,5 e più importante a 163,57. Una rottura di tali valori potrebbe far pensare a una vera inversione grafica, dopo anni di rialzo sostenuto. Area 167,75, viceversa, si pone come resistenza forte e magari come ipotetico stop-loss per chi ha venduto il cross in questione. Dal punto di vista macroeconomico, dopo la penuria di dati di due giorni fa, ieri sono usciti dati europei sugli ordini industriali, leggermente superiori alle attese e, nel pomeriggio, l’indice manifatturiero Richmond Fed Usa inferiore alle aspettative degli analisti. Oggi è attesa la decisione dei tassi neozelandesi, che assume un valore chiave nel panorama forex, visti i livelli raggiunti dal cambio dollaro neozelandese contro dollaro Usa. La ricerca di yield da parte degli attori del mercato valutario non ha tregua e trova nel dollaro neozelandese la moneta più redditizia.
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