Quando mi siedo sulla poltrona del dentista mi aspetto il peggio. Per fortuna, pero’, le mie paure di solito non si avverano. Quando e’ tutto finito, mi rendo conto, comunque, che e’ stato doloroso: la stessa cosa si puo’ dire dell’economia.
Mentre l’ultimo rapporto sul PIL ha indicato che gli USA possono aver evitato una completa recessione, l’economia sta ancora crescendo abbastanza lentamente da creare dolore – e’ una recessione della crescita.
Non si deve pero’ sottovalutare l’importanza del fatto che si e’ evitata la recessione.
Il suo inizio avrebbe senza dubbio dato vita a effetti a catena e rafforzato la situazione critica. La fiducia dei consumatori e delle societa’, ad esempio, sarebbe stata ridotta. La ripresa sarebbe stata sicuramente un periodo lungo e pesante.
Quindi, l’aver evitato la recessione ha un valore intrinseco in particolare da un punto di vista della fiducia. Consumatori e aziende non dovrebbero ora alterare il proprio comportamento semplicemente perche’ ritengono che l’economia stia entrando in recessione.
Le probabilita’ che avvenga sono infatti a questo punto remote – ci vogliono due trimestri di crescita negativa del PIL per creare una recessione e gli USA devono ancora vederne uno.
Non sembra poi che un trimestre di crescita negativa sia previsto nel breve termine. Il trimestre corrente, ad esempio, non avra’ l’enorme strascico visto nel primo trimestre quando le scorte sono scese per la prima volta in 10 anni e hanno ridotto il PIL del 2,5%. Infatti, un notevole incremento della produzione automobilistica dovrebbe aumentare il PIL di circa dell’1-1,5% nel trimestre corrente dopo averlo ridotto di circa la stessa percentuale nel primo trimestre.
E’ anche difficile immaginare una crescita negativa per il resto dell’anno, in quanto una potente combinazione di stimolo monetario, stimolo fiscale e la rimozione dell’eccesso delle scorte dovrebbe risultare in un rafforzamento dell’attivita’ economica.
Nonostante l’economia sia ancora in crescita, cio’ non avviene in maniera sufficientemente veloce da evitare dolorosi problemi.
Qui sta il punto dolente: si crede che l’economia americana possa crescere a un passo compreso tra il 3,5% e il 4%, possibilmente anche piu’ elevato, senza innescare l’inflazione.
Il sistema matematico utilizzato per determinare lo svluppo potenziale dell’economia e’ questo: si aggiunge l’incremento annuo della crescita della forza lavoro (circa 1,1 punti percentuali) alla crescita annua della produttivita’ (storicamente circa 1,5 punti percentuali, ma recentemente molto elevata in parte grazie alla forza dell’economia. Una stima ragionevole per la crescita della produttivita’ e’ al momento di circa 2,5% annuo). Ecco come si giunge ad anticipare il potenziale di crescita economica tra il 3,5% e il 4%.
Pensatela in questo modo: immaginate un’economia che conta 100 persone nella forza lavoro che possono produrre 100 unita’ di beni per esaudire la domanda corrente di 100 unita’ l’anno. Se un nuovo individuo entra a far parte della forza lavoro, l’abilita’ di produrre dell’economia aumenterebbe dell’1% a 101 unita’. E se le stesse 100 persone che producono beni diventassero in qualche modo piu’ produttive e fossero in grado di produrre il 3% in piu’ di beni, la capacita’ produttiva totale sarebbe aumentata del 4% a 104 unita’.
Ecco pero’ il problema: poiche’ l’economia e’ in grado di produrre piu’ beni che in passato, se la domanda dovesse crescere a un tasso piu’ ridotto, diciamo di sole 2 unita’ a 102, l’economia avrebbe allora eccedenza di capacita’ di 2 unita’ (poiche’ e’ in grado di produrre 104 unita’). Certo, in questo caso l’economia e’ cresciuta, ma e’ aumentato anche l’eccesso di capacita’. Piu’ dura questa tendenza piu’ si accumula eccesso di capacita’ produttiva.
La capacita’ eccedente si manifesta sia nell’eccesso di mano d’opera che in quello dei beni strumentali (impianti, macchinari, apparecchiature tecnologiche, ecc.). Le aziende possono agire in vari modi nei confronti della capacita’ eccedente: possono ridurre la forza lavoro, ridurre la spesa in conto capitale o aspettare che l’economia cresca a un tasso piu’ sostenuto. La soluzione scelta dipende generalmente dalla severita’ del rallentamento economico.
Il punto e’ che anche se l’economia cresce lo puo’ fare cosi’ lentamente da risultare in un acccumulo dell’eccesso di capacita’. Se questo accade allora le aziende si sentono obbligate a ridurre gli eccessi con misure che possono causare notevoli problemi economici.
Questo e’ praticamente l’attuale dilemma nell’economia – non una recessione completa, ma una recessione della crescita.
Una recessione della crescita non e’ cosi’ dolorosa come una recessione in piena regola, ma e’ comunque dolorosa.
Aver evitato la recessione e’ una notevole vittoria per la Federal Reserve. La recessione della crescita, pero’, e’ una battaglia che devono combattere e portare a termine prima di poter innalzare la bandiera della vittoria.
*Anthony Crescenzi e’capo analista della divisione Capital Markets presso la boutique finanziaria newyorkese Miller, Tabak & Co. E’ anche amministratore delegato del sito Bondtalk.com.