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Usa: ma che scandalo. Bonus manager in crescita

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Anche il 2010 si profila un anno generoso per gli stipendi dei top manager americani. La crisi economica continua a farsi sentire ma le retribuzioni degli executive non sembrano soffrirne. Anzi.

L’anno scorso i compensi avevano accusato una lieve limatura al ribasso (in media 7,2 milioni di dollari l’anno per i ceo di aziende con ricavi sopra i 5 miliardi di dollari) nonostante la profonda recessione. Il 2010 si profila senza variazioni anche se sta emergendo un ritorno di consistenti bonus in contanti mentre sono in calo le componenti in azioni.

Le regole piu’ restrittive sui compensi varate dalla Sec, la montagna di iniziative di legge presentate al Congresso, oltre ai vincoli per i manager di societa’ che hanno beneficiato dei fondi Tarp non hanno prodotto quella rivoluzione nelle retribuzioni dei top manager.

Nel 2000 il ceo di una delle prime 500 imprese americane guadagnava in media 2,2 milioni e in meno di 10 anni la cifra e’ piu’ che triplicata. Lo stipendio di un ceo era 25 volte quello di un impiegato negli anni ’70 per salire a 90 volte nel 2000 fino a sfiorare il rapporto di 1 a 500 nel 2009.

La societa’ specializzata Equilar indica che le aziende stanno modificando il quadro di riferimento per le retribuzioni degli executive, non piu’ a totale discrezione del board ma piu’ legata alla effettiva performance della societa’. I primi dati sui compensi 2010 mostrano una crescita delle retribuzioni, proprio perche’ legate alle performance, che nel 2010 sono senmsibilmente migliori rispetto al 2009, annus horribilis. In particolare aumenta la componente in contanti ed i bonus.

E’ il caso di Lawrence Ellison, numero uno di Oracle che nel 2010 incassa 70 milioni di dollari rispetto agli 84 dell’anno precedente ma il bonus cash aumenta dell’80% a quasi 6,5 milioni di dollari. Anche Safra Catz e Charles Phillips registrano un calo dei compensi totali ma un aumento del bonus da 2,1 a 3,8 milioni di dollari. L’anno scorso Ellison e’ stato il manager piu’ pagato in America e il terzo al mondo.

Oracle si conferma comunque al vertice per i compensi dei primi 4 manager, con un totale di 164 milioni di dollari. Il ceo di Cisco Systems, John Chambers, ha visto piu’ che raddoppiare il bonus a 4,6 milioni per una retribuizione complessiva che sfiora i 19 milioni contro i 9,1 milioni dell’anno scorso.

Retribuzione quasi raddoppiata anche per Mark OPsrker, president e ceo della Nike con oltre 13 milioni di dollari nel 2010 e un bonus in contanti di 4,44 milioni contro i 900 mila dollari dell’anno scorso.

In calo del 18% il bonus di Rupert Murdoch a 4,3 milioni ma la retribuzione totale del magnate australiano sale a 22,7 milioni di dollari. Alla News Corp il piu’ pagato e’ stato il neo ceo e vice chairman Chase Carey che incassa cash oltre 26 milioni di dollari, 15 milioni di bonus e 8 milioni di retribuzione base.

Mega bonus anche per William Johnson, chairman di Heinz con quasi 8,6 milioni di dollari per una retribuzione totale di 19 milioni. Tra le societa’ che hanno gia’ pubblicato i compensi 2010 (la maggior parte lo faranno il prossimo aprile), spicca la flessione da 20 a 15 milioni per William Green di Accenture per effetto di minori azioni mentre il bonus in contanti aumenta da 2,3 a oltre 3 milioni.

Nessun bonus in contanti per Hugh Grant, ceo e chairman di Monsanto, ma la retribuzione totale sale a 13,1 milioni da 11,7 milioni del 2009 mentre stabile a 13 milioni i compensi di Joseph Saunders, ceo di Visa. Il numero uno della Hormel, Jeffrey Ettinger, nel 2010 incassa 10,4 milioni il 50% in piu’ dell’anno scorso con un bonus raddoppiato a 4,6 milioni. Sfiora i 10 milioni Timothy Main di Jabil Circuit dai 4,5 del 2009 grazie a un bonus aumentato di 6 volte a 3 milioni.

Tornano i bonus alla Tyson Food, 4 milioni per il ceo Donnie Smith e per il co-ceo james Lochner dopo due anni di astinenza. Raddoppiato a 5 milioni il bonus di Ronal Kramer della Griffon mentre aumenta di quasi 20 volte quello del ceo di Sanmina da 330 mila dollari a oltre 5,4 milioni.

L’anno scorso la lieve flessione della media delle retribuzioni dei top manager era stata influenzata dai drastici tagli dei compensi degli uomini di Wall Street (solo 21* il primo banchiere, Thomas Montagg di Bank America con 30 milioni) che fino al 2008 dominavano la classifica con i vari Dick Fuld di Lehman, Blankfein di Goldman Sachs, Richard Fairbank di Capital One e Angelo Mozilo di Coutrywide).

E’ probabile pero’ che nel 2010 i compensi dei banchieri tornino a salire. I big del credito americano oltre a migliorare le performance economiche hanno in larga parte ripagato i prestiti del governo che tra le condizioni poneva una cura dimagrante per le retribuzioni. I politici e il contribuente americano chiedono retribuzioni piu’ basse per i top manager.

“La corporate governance non puo’ cambiare dal giorno alla notte – afferma Donald Delves, presidente dell’omonimo gruppo che offre servizi alle imprese per schemi retributivi – ma qualcosa sta cambiando nella Corporate America. Molte societa’ hanno preso molto seriamente l’indignazione dei cittadini sui compensi”.

Ken Abosch della Hewitt Associates sottolinea che la bufera sui compensi e’ stata provocata soprattutto dal mondo del credito. Per il 2010 le investment bank a stelle e strisce hanno pianificato in media aumenti retributivi del 30% rispetto al 2009. I meccanismi retributivi a Wall Street hanno alimentato un circuito perverso. Basti pensare che nel 1991 i dipendenti di Lehman Brothers possedevano quasi il 3% dell’istituto e nel 2007 la quota aveva superato il 30%.