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USA: LA CRISI DEL CREDITO E’ VICINA ALLA FINE

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(WSI) – Tassi di interesse: in area Euro i tassi di mercato hanno registrato un rialzo nella parte a lungo termine, mentre sono scesi sul breve, portando lo spread oltre i 51 pb. A guidare l’andamento dei tassi è stato soprattutto il discorso di Trichet, che in seguito alla riunione della Bce conclusasi con un nulla di fatto, ha ribadito che l’attuale politica monetaria aiuterà a mantenere la stabilità dei prezzi. Le turbolenze dei mercati potrebbero però proseguire per un periodo più lungo del previsto e questo impattare sulla crescita, sebbene i fondamentali economici restino buoni. Il capo della Bce ha aggiunto che massima priorità dell’istituto è l’ancoraggio delle aspettative di inflazione nel medio lungo termine. Relativamente all’inflazione Trichet ha infine aggiunto che potrebbe rimanere superiore al target per altri diciotto mesi. Sulle future mosse di politica monetaria ci attendiamo un taglio dei tassi nella seconda parte dell’anno, quando il rallentamento sulla crescita dovrebbe essere più evidente e l’inflazione tendere a rallentare.

Negli Usa tassi di mercato in rialzo sulla scia del recupero dei listini azionari, questa volta supportati soprattutto dal settore tecnologico, grazie a giudizi positivi di alcuni analisti su colossi del settore del calibro di Intel (ieri miglior titolo del Dow Jones con un guadagno del 3% circa) e di Cisco. Il clima di maggior ottimismo è stato supportato anche dal risultato dell’asta da 50Mld$ di Dollari della Fed nell’ambito della nuova metodologia di iniezione di liquidità denominata TSLF, inaugurata nel mese di marzo. La domanda complessiva è stata di soli 34Mld$. Le precedenti due aste avevano sempre visto una domanda superiore all’offerta. L’indicazione dell’ultima asta segnalerebbe una minore necessità di liquidità da parte del sistema finanziario e quindi potenzialmente primi timidi segnali di crisi meno pressante. L’ad di Goldman Sachs si è ieri aggiunto alla schiera dei sostenitori di tale tesi dichiarando che siamo in prossimità della fine della crisi del credito. Inoltre è arrivata la notizia anche del tentativo di Citigroup di vendere 12 MLd$ di debiti ad un gruppo di società di private equity, un segnale anche questo di lento ripristino delle condizioni necessarie per avviarsi verso la normalità nel comparto del credito. Il cammino però potrebbe essere ancora non breve e potrebbe richiedere anche interventi dal lato delle revisioni delle pratiche contabili. Su questo punto ieri Bernanke, pur confermando la validità del principio di contabilizzazione del mark-to-market, ha anche aggiunto che potrebbe però non essere appropriato in casi di particolare illiquidità dei mercati. Il capo della Fed ha inoltre confermato che di questo specifico tema si discuterà a partire da oggi nel corso del G-7. Sul decennale confermiamo la resistenza a 3,60%.

Valute: Dollaro in apprezzamento vs Euro in chiusura in seguito a prese di profitto successive alla conferenza stampa di Trichet. Questa mattina però il biglietto verde ha ripreso a deprezzarsi in attesa dell’esito del G-7 che potrebbe fare riferimento al tema delle turbolenze sul mercato dei cambi. Ribadiamo la rilevanza della resistenza a quota 1,59. Lo Yen è tornato a deprezzarsi sulla scia del rialzo delle borse dopo il temporaneo apprezzamento di ieri in seguito all’inatteso aumento della banda di oscillazione del Dollaro di Singapore. Le resistenze si collocano a 161,70 vs Euro e 102,80-103 vs Dollaro. Lo Yuan cinese si mantiene sotto soglia 7Yuan per Dollaro.

Materie Prime: il greggio Wti cala leggermente dai valori record oltre i 112$/b. Si teme che l’elevato costo della benzina ed il rallentamento della crescita Usa possano diminuire la domanda di greggio negli Usa. L’apprezzamento del Dollaro ha anche contribuito a penalizzare il prezzo del petrolio, così come ha impattato negativamente sia sui metalli industriali sia sui preziosi. Contrastati gli agricoli con il forte rialzo della soia (+3,3%) su segnali di aumento della domanda ed il calo del grano (-1,2%). Peggiore performance per il caffè (-3,5%) su attese di produzione brasiliana oltre le attese.

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