*Antonio Cesarano e’ il Responsabile Desk Market Research di MPS Finance. I suoi commenti non implicano responsabilita’ alcuna per Wall Street Italia, che notoriamente non svolge alcuna attivita’ di trading e pubblica tali indicazioni a puro scopo informativo. Si prega di leggere, a questo proposito, il disclaimer ufficiale di WSI.
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Il dato finale sul Pil del secondo trimestre del 2005 è risultato invariato rispetto alla precente stima di 3,3% t/t annualizzato. Vi sono stati però
alcuni importanti revisioni della contribuzione delle componenti all’interno del dato generale.
E’ stata rivista al rialzo la contribuzione della componente personal comsumption (da 2,12% a 2,35) che è stata però più che bilanciata dalla
revisione peggiorativa della contribuzione delle scorte (da -1,99% a -2,14%) oltre che della componente esportazioni nette (da 1,22% a 1,11%).
Nel primo semestre la varazione tendenziale media è stata pari al 3,6%. In prospettiva il terzo trimestre potrebbe da un lato ricevere il contributo favorevole di una nuova fase di accumulo di scorte e dall’altro subire
l’impatto negativo dell’uragano Katrina che però dovrebbe interessare solo 1 mese (settembre) su tre.
L’impatto negativo più marcato pertanto dovrebbe esservi nel quarto trimestre. Successivamente, dovrebbe essere sempre più
rilevante l’impatto del processo di ricostruzione, stimato in circa $200Mld.
Complessivamente rimane confermata la possibilità di una crescita media del Pil reale per il 2005 pari al 3,5%.
Il dato sui sussidi settimanali è risultato a sorpresa migliore delle attese. Nel mese di settembre sarà piuttosto complesso stimare l’impatto dell’uragano Katrina ai fini del dato sui non farm pay rolls in pubblicazione il prossimo 7 ottobre.
L’effetto sui mercati è stato però piuttosto marcato: la possiblità di una
penalizzazione della dinamica occupazionale meno forte del previsto ha ridato forza al Dollaro contribuendo anche a penalizzare i corsi
obbligazionari.
A tal proposito una osservazione: la curva Usa risulta molto piatta sul tratto 2-10 anni(circa 19bps), anche rispetto alla pendenza del segment
10-30 anni (circa 25 bps).
Verosimilmente gli acquisti degli investitori alla ricerca di rendimenti addizionali interessa maggiormente il segmento a 10 anni rispetto a quello a 30 anni per fattori tecnici. Infatti al momento il titolo benchmark trentennale Usa presenta un scadenza nominale 2031, risentendo del fatto che da alcuni anni il Tesoro Usa ne ha sospeso l’emissione.
Recentemente però è stato annunciato che a partire probabilmente dal primo trimestre del 2006, saranno regolamrente riprese le emissioni due volte all’anno.
L’annuncio delle date delle prossime aste sarà dato nel mese di novembre p.v. ed è già stato annunciato che il nuovo trentennale avrà scadenza
febbraio 2036 (l’asta pertanto potrebbe cadere nel mese di febbraio 2005). In questo modo il comparto a lunghissimo termine potrà meglio soddisfarre
le esigenze di rendimento ma soprattutto di duration e convexity da parte degli investitori drenando potenzialmente parte della domanda attualmente concentrata sul comparto decennale.
In previsione di tale evento, la pendenza del segmento 10-30 anni potrebbe nuovamente risultare ad essere inferiore rispetto a quella del segmento 2-10 anni, così come è del resto accaduto fino agli inizi del mese di agosto del 2005.