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USA: I SEGRETI DELLA VENDITA ALLO SCOPERTO

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I trader professionisti aprono indifferentemente posizioni d’acquisto o di vendita. Sulla base delle aspettative sull’andamento del prezzo di un determinato titolo o indice si posizionano per trarre profitto da un rialzo o da un ribasso del corso.

Per poter aprire una posizione di vendita non occorre aver preventivamente acquistato il titolo. Si puo’ infatti utilizzare un tipo particolare di operazione, la cosiddetta vendita allo scoperto.

La ”short sale”, diffusa negli Stati Uniti anche tra gli investitori individuali, e’ una vendita effettuata con titoli presi a prestito.

Esempio:

Se si pensa che un certo titolo, il cui prezzo oggi e’ $20, sia sopravvalutato, si vende lo stesso pur non avendolo in portafoglio. Al compratore si consegnano i titoli presi a prestito e successivamente si acquistano gli stessi sul mercato. Se la previsione si rivela giusta, e’ possibile acquistare gli stessi titoli ad un prezzo inferiore, ad esempio a $15 e restituirli a chi li ha prestati, chiudendo quindi la posizione short (corta) con un profitto di $5.

Il rischio della short sale
Puo’ sembrare che una vendita allo scoperto sia un’operazione simmetrica a quella d’acquisto. In realta’, l’operazione ha dei profili di rischio piu’ elevati ed una meccanica piu’ complessa.

Da un punto di vista puramente matematico, se acquisto un titolo il rischio e’ limitato ‘soltanto’ al prezzo pagato per l’acquisto. Se acquisto, per esempio, a $20, il rischio massimo e’ di andare a zero e quindi registrare una perdita di $20. Nel caso, invece, di una vendita allo scoperto il rischio e’ potenzialmente illimitato. Se infatti ho venduto un titolo a $20, nulla impedisce che lo stesso anziche’ scendere salga, e anche molto. Non bisogna mai dimenticarsi che nel mercato tutto puo’ succedere ed in qualsiasi momento.

Ma analizziamo piu’ da vicino le componenti di una short sale:

Il prestito titolo
Per effettuare la vendita short e’ necessario prendere a prestito i titoli. La disponibilita’ degli stessi e’ necessaria prima di effettuare la vendita. Se l’intermediario non ha i titoli in portafoglio, puo’, tramite il suo reparto specializzato nel prestito titoli (stock lending), cercare i suddetti sul mercato.

Con intermediari di maggiore dimensione si hanno maggiori probabilita’ di ottenere i titoli desiderati, sia per la maggiore disponibilita’ interna che per la migliore capacita’ di approvvigionamento del reparto lending.

I titoli delle societa’ a larga capitalizzazione sono normalmente disponibili per vendite allo scoperto. Molto spesso invece non e’ possibile effettuare una short sale su titoli a bassa liquiditita’ di aziende di piccole dimensione oppure nei casi in cui i trader specializzati in questo tipo di operazioni hanno gia’ fatto incetta sul mercato del prestito delle azioni di una societa’ presumibilmente in serie difficolta’.

In alcuni casi poi non e’ possibile effettuare la short sale per motivi regolamentari. Ad esempio, generalmente non si possono vendere allo scoperto i titoli di una societa’ che ha appena effettuato un’IPO.

In ogni caso, e’ buona norma verificare in anticipo gli aspetti relativi alla disponibilita’ di un certo titolo per operazioni di vendita allo scoperto con il proprio intermediario prima di procedere.

Bisogna inoltre ricordare che il prestito titoli e’ effettuato sulla base di un contratto che da’ la facolta’ a colui che presta di richiamare i propri titoli in qualsiasi momento. Se l’intermediario non puo’ rimpiazzarli con altri titoli, puo’ essere costretto al riacquisto degli stessi sul mercato, a prescindere dal prezzo.

L’effetto del dividendo
Se al titolo e’ assegnato, durante il periodo in cui la posizione short e’ aperta, un dividendo, tale somma viene addebitata al trader che ha effettuato la vendita allo scoperto. E’ necessario quindi fare attenzione e considerare l’impatto negativo dell’eventuale dividendo nella valuzione del rischio/ritorno dell’operazione.

La regola dell’up-tick
Negli Stati Uniti generalmente una short sale puo’ essere effettuata soltanto rispettando la regola dell’up-tick. Tale regola, a prescindere dalle differenze imposte dai singoli exchanges, cerca di limitare la spirale negativa e ribassista a cui un certo titolo puo’essere sottoposto.

La regola impone che il prezzo di una vendita allo scoperto sia uguale o maggiore agli ultimi prezzi registrati sul titolo sulla base di alcuni parametri. Normalmente, nei software di dati di mercato americani l’up-tick e’ indicato con una freccia verde rivolta verso l’alto.

Da notare che molti trader professionisti utilizzano delle strategie con opzioni sui titoli, e quindi sostenendo un costo aggiuntivo per l’esecuzione dell’ordine, neutralizzano l’effetto della regola dell’up-tick e vendono al prezzo desiderato senza limitazioni. Cio’ e’ particolarmente utile per trarre profitto da situazioni in cui il prezzo registra una discesa rapida ed ininterotta.

Lo short squeeze
Lo short squeeze e’ un fenomeno molto conosciuto e altrettanto pericoloso che puo’ verificarsi sulle posizioni corte.

In particolare, se su un certo titolo, sul quale le posizioni short aperte sono rilevanti, si registra una pressione d’acquisto consistente ed inattesa, puo’ accadere che si inneschi una spirale di aumento del prezzo che costringe un numero sempre maggiore di short sellers a chiudere le posizioni (in gergo ‘ricoprirsi’).

Gli effetti di uno short squeeze possono essere devastanti, poiche’ l’aumento di prezzo e’ esasperato dall’esigenza dei trader di chiudere le posizioni short che, come ricordato, hanno un rischio di perdita illimitato.

Alcuni investitori cercano di individuare come strategia d’investimento i titoli sui quali potenzialmente e’ possibile uno short squeeze, ovviamente posizionandosi in acquisto in attesa di un rimbalzo violento del prezzo.

Le conclusioni
In sintesi, le vendite allo scoperto sono uno strumento formidabile di trading per poter partecipare al mercato sia in acquisto che in vendita e sono parte essenziale per la costruzione di strategie d’investimento piu’ complesse. Ad esempio, le vendite short sono largamente utilizzate dagli hedge funds e sono pane quotidiano per gli arbitraggisti. Tuttavia, come accennato, vanno usate con cautela, considerando controindicazioni ed effetti collaterali.

*Michele Marotta e’ Proprietary Trader presso il Carlin Financial Group di New York