A seguire minuto per minuto le previsioni meteo è un intero esercito di esperti statistici, programmatori, maghi degli hedge fund, che magari non sprecano neppure un’occhiata alle previsioni sugli utili delle società e degnano solo di uno sguardo i dati economici, come l’inflazione. In gioco è un mercato che muove 19 miliardi di dollari: quello dei future sulle previsioni del tempo, strumenti finanziari che consentono di puntare sugli uragani nel Kansas, oppure sulle gelate premature in Olanda, o su una gelida primavera a New York. Questo mercato una volta era utilizzato soprattutto dalle utility che volevano tutelarsi da forti oscillazioni nella richiesta di gas naturale o di elettricità. Ma oggi, con gli hedge fund alla ricerca sempre più affannosa di rendimenti che superino quelli del mercato in generale, c’è una corsa a sperimentare strategie inedite. Società come Tudor Investment corp, De Shaw & co e altri fondi, sguinzagliano squadre di esperti statistici perchè inventino nuovi modi per sfruttare le variazioni climatiche. “Non esistono previsioni corrette al 100 per cento – ma se riuscissimo ad affermare qualcosa con una sicurezza dell’80 percento? E’ qui che le cose si fanno interessanti”, dice Brad Hoggatt, responsabile gestioni presso Msi GuaranteedWeather Llc, società che piazza future sulle utility e gestisce un proprio portafoglio, dalla sua sede di Overland Park, nel Kansas. Enron corp collocò il primo derivato meteo dieci anni fa, concordando di versare a una utility 10 mila dollari per ogni divergenza di temperatura pari ad grado Fahrenheit inferiore alla norma nel corso di un inverno. Dopo un periodo di stasi seguito al crollo della società texana di trading di energia, il mercato ora è addirittura effervescente. Il volume di scambi sui contratti meteo si è centuplicato nell’arco degli ultimi quattro anni, secondo la Chicago Mercantile Exchange. Nell’anno terminato il 31 marzo 2007, sono stati scambiati contratti per un valore nominale di 19 miliardi di dollari, secondo Weather Risk Management Association, associazione del settore che opera a Washington. Gli operatori attribuiscono buona parte dei maggiori volumi agli hedge fund, che effettuano compravendite di contratti meteo basati su piccole variazioni nelle previsioni. Anche la crescente attenzione ai cambiamenti climatici ha contribuito al fenomeno. Si affacciano infatti a questo mercato non solo le utility ma anche ad esempio le stazioni sciistiche che puntano a trasferire i rischi di condizioni atmosferiche avverse ad investitori esterni. “I derivati meteo non sono affatto strumenti esotici oggi, all’interno della nostra società”, commenta Gearoid Lane, amministratore delegato di British Gas New Energy, che fa capo a Centrica Plc, maggiore società britannica nella distribuzione del gas.