Il rapporto sui rischi posti alla stabilità finanziaria dai fondi speculativi commissionato dai G7 sarà completato entro fine anno, ma una bozza sarà pronta per il meeting del G7 a inizio maggio. Lo ha detto due giorni fa il governatore di Banca d’Italia e presidente del Financial stability forum (Fsf), Mario Draghi, intervenendo a un seminario sugli hedge fund organizzato dalla Banca di Francia a margine degli spring meetings dell’Fmi. Il governatore ha spiegato sabato scorso che i diversi approcci che esistevano tra i maggiori paesi industrializzati sulla regolamentazione degli hedge stanno convergendo. All’inizio c’è stata una posizione interventista, che vedeva le autorità imporre condizioni regolamentari, ma gli hedge fund resistevano a questo approccio, ha detto il presidente dell’Fsf. D’altra parte, negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, c’è stato un approccio più basato sul funzionamento del mercato, che mirava a creare incentivi per cui fossero gli stessi operatori ad avere interesse a controllare sé stessi. “C’è stata una convergenza dei due punti di vista”, ha spiegato il governatore sabato scorso. “Mi sembra ci sia un sostanziale accordo: ovvero di focalizzarsi prima di tutto sulla stabilità finanziaria, cioè su sei-sette grandi banche, a cui si chiede di controllare la loro esposizione agli hedge fund” ha detto il governatore. Due giorni fa Draghi e alcuni alti funzionari del G7 hanno incontrato a porte chiuse una ventina di rappresentanti degli hedge in un meeting organizzato dagli Stati Uniti e dalla Germania. I fondi hedge contribuiscono all’efficienza e alla stabilità dei mercati, ma possono aumentare i rischi di abusi di mercato, creando un rischio sistemico secondo Christian Noyer, membro del consiglio direttivo della Banca centrale europea. “Il ruolo e l’influenza dei fondi hedge sui mercati sono in grado di aumentare i rischi di manipolazioni e di abusi”, ha detto in un rapporto della Banca centrale francese sugli hedge funds. Secondo quanto dichiarato da un altro membro della Bce, il tedesco Axel Weber, il gruppo del G7 premerà probabilmente perchè l’industria globale dei fondi hedge adotti un codice di condotta volontario. Noyer, che è anche governatore della banca centrale francese, ha detto che si potrebbero migliorare le informazioni disponibili sui mercati dove operano i fondi hedge. “Le autorità possono senza dubbio incoraggiare un’organizzazione di infrastrutture che consenta il miglioramento delle informazioni disponibili sui mercati dove operano gli hedge fund”. Secondo Noyer, le stesse autorità potrebbero inoltre esaminare – caso per caso – come consentire l’accesso a informazioni relative agli investimenti realizzati dai fondi hedge.
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