Ford Motor registra nel 2006 una perdita-record negli oltre cento anni di storia della casa automobilistica, a quota 12,7 miliardi di dollari, ben oltre le attese. Il 2006 è quindi l’anno horribilis per la casa automobilistica americana.
Il gruppo riporta un passivo nettamente più ampio rispetto al precedente record negativo raggiunto nel lontano 1992 con un rosso di 7,39 miliardi di dollari. La casa automobilistica chiude invece il 2005 con un utile netto di 1,44 miliardi di dollari senza tuttavia riuscire a riportare utili fin dal secondo trimestre di quello stesso anno. Le vendite nell’intero 2006 registrano un calo dell’8 per cento penalizzate dall’alto prezzo della benzina che fa calare la domanda di di veicoli come pick-up e Suv.
Nel quarto trimestre, Ford riporta un rosso di 5,8 miliardi di dollari (3,05 dollari per azione), scontando il calo delle vendite, ma anche l’elevato livello raggiunto dai costi di ristrutturazione. Nel medesimo trimestre dell’anno precedente il passivo è di 74 milioni di dollari (quattro cents per azione) e nei primi tre trimestri del 2006 vengono già totalizzate perdite che sfiorano i 7 miliardi di dollari.
Al netto di alcune voci non ricorrenti, nel quarto trimestre il rosso ammonta a 2,1 miliardi di dollari (1,1 dollari per azione). Un risultato anche in questo di gran lunga peggiore rispetto alle già poco rosee stime degli analisti che, esclusi alcuni oneri, mettono in conto una perdita di 95 cents per azione.
A pesare sui conti, secondo quanto riferisce Bloomberg News, è soprattutto il taglio del 24 per cento della produzione nell’America del Nord, che rappresenta la maggiore quota di mercato della casa di Deaborn.
Ford riduce progressivamente la produzione di auto dopo aver collezionato undici anni consecutivi di vendite in calo negli Usa, dove prende sempre più piede la rivale Toyota.
Per il 2007 Ford dichiara di attendersi un ridimensionamento delle perdite, senza però fornire una stima, aggiungendo al tempo stesso che per le attività in Nord America non prevede un ritorno all’utile prima del 2009.
Per fronteggiare la crisi, nei mesi scorsi la storica casa automobilistica vara un corposo piano di riorganizzazione, con chiusure di stabilimenti e drastici tagli di posti di lavoro, e ottiene un maxifinanziamento di 23,4 miliardi di dollari.
Nell’ultimo scorcio del 2006 Ford completa il piano di esodi incentivati per 140mila lavoratori degli impianti Usa. Finora aderiscono in quasi 40mila e ora Ford punta a eliminare altri posti di lavoro entro la fine dell’anno.Ford inverte la rotta in Borsa e passa, mentre andiamo in stampa, in territorio positivo: i titoli del produttore di Dearborn salgono sulle anticipazioni relative all’andamento del taglio dei costi pari a 5 miliardi di dollari entro il 2008. Nel corso della conference call sui dati di bilancio, Don Leclair, direttore finanziario del gruppo, spiega che il piano di tagli dei costi operativi “procede positivamente”, al punto che nel 2008 sarà centrato l’obiettivo dei 5 miliardi di minori spese. Quanto al 2007, Leclair assicura che la compagnia “avrà un risultato netto considerevolmente migliore grazie alle minori voci straordinarie”. Nel 2006, gli oneri di ristrutturazione ammontano a 12 miliardi di dollari.