(Teleborsa) – Un quando “insolitamente incerto”. Così il numero uno della FED, Ben Bernanke, ha commentato lo stato dell’economia americana nell’ultimo scorcio del semestre. Una dichiarazione rilasciata solo una settimana fa dinanzi al Senato USA, che viene confermata dagli odierni dati economici. Il PIL USA del secondo trimestre ha subito una brusca frenata, attestandosi al 2,4% e risultando peggiore del 2,5% previsto dagli economisti. Le stime, fra l’altro, erano state ribassate già due volte in precedenza, a causa di evidenti segnali di rallentamento dell’attività economica. Se poi si confronta il dato con il 3,7% rivisto del primo trimestre, il gap fra i due periodi si amplia notevolmente. Eppure, la fiducia dei consumatori americani mostra una certa migliore tenuta. Il sondaggio condotto mensilmente dall’Università del Michigan ha segnalato una revisione al rialzo a 67,8 punti, superiore al consensus, anche se il dato risulta ancora in deterioramento rispetto al mese precedente. Un rallentamento del sentiment che era stato confermato anche dal dato del Conference Board questa settimana, sceso a 50,4 punti. La reazione dei mercati? Incertezza, incertezza, incertezza. Il movimento è stato in un primo tempo molto negativo per i mercati azionari e per il dollaro, a favore dei Treasuries e degli altri assets giudicati solitamente più sicuri. Poi, il panic selling ha trovato un freno ed i mercati hanno iniziato un lento ma progressivo recupero.
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