Nel mese di settembre l’occupazione nel settore non agricolo negli Stati Uniti e’ cresciuta di 96.000 unita’.
Lo ha reso noto il Dipartimento del Lavoro.
Il dato e’ leggermente inferiore alle attese di mercato, che si aspettava un incremento di 145.000 posti.
Il dato relativo ad agosto e’ stato rivisto al ribasso di 16.000 a quota 128.000.
Si consiglia la lettura dell’analisi macroeconomica di Antonio Cesarano ECONOMIA AMERICANA: OGGI GIORNATA CRUCIALE
Il tasso di disoccupazione resta invariato al 5.4%, in linea con le stime del mercato.
Il settore manifatturiero ha perso 18.000 posti di lavoro, il dato peggiore dallo scorso dicembre. In totale il comparto ha registrato una flessione di 600.000 dal gennaio 2001.
Chris Rupkey, capo economista finanziario per Bank of Tokyo- Mitsubishi Ltd. a New York, ha commentato il dato per Bloomberg dicendo che l’economia non sta creando i presupposti di consumo di cui ha bisogno per espandersi e che c’e’ ragione di credere che la ripresa non sia pienamente in atto.
Il rapporto di oggi avra’ ripercussioni anche a livello politico. La debolezza dei dati potra’ essere usata da Kerry per criticare l’operato di Bush.
Thomas Mann, analista politico per la Brookings Institution, ha dichiarato per Bloomberg che il rapporto semplicemente rafforzera’ l’idea che l’economia americana non sta creando sufficienti posti di lavoro.