I dati finali sul PIl del quarto trimestre Usa hanno evidenziato revisioni più rilevanti nelle seguenti componenti:
1) revisione al rialzo della spesa per consumi (da +2,7 a +3,2%);
2) revisione al ribasso delle scorte (da +14,9 a 9 Mld$);
3) revisione al rialzo delle componenti prezzo: a) deflatore (da +1,2% a 1,5%), b) Pce (da +0,7% a +1,0%).
Il dato si riferisce ad un periodo di tempo (quarto trimestre) relativamente lontano visto che l’attenzione degli operatori è gia fortemente proiettata sul secondo trimestre dell’anno e più ancora sul secondo semestre del 2004. Ciò nonostante offre alcuni interessanti spunti di riflessione, soprattutto se inquadrato nel contesto delle recenti dichiarazioni da parte di alcuni importanti membri della Fed.
In particolare ci riferiamo alla revisione al rialzo della componente prezzi. Su tale punto proprio oggi Poole, membro votante del Fomc, ha esplicitamente dichiarato che i rischi di una ripresa dell’inflazione superano a suo avviso quelli della disinflazione, una posizione opposta rispetto a quella ufficialmente contenuta nell’ultimo comunicato della Fed.
Altri esponenti della Fed hanno affermato che una ripresa della spinta al rialzo dei prezzi potrebbe essere uno dei fattori determinanti (insieme alle condizioni del mercato del lavoro) per propendere verso un cambio di atteggiamento della politica monetaria.
Pertanto i dati sui prezzi, alla luce anche della revisione al rialzo di quelli del PIl del quarto trimestre pubblicata oggi, saranno ancor di più monitorati con attenzione.
Per quanto concerne il mercato del lavoro, si sono aggiunte oggi due nuove informazioni: prosegue il trend positivo dei sussidi settimanali (stabilmente sotto le 350.000 unità) e dall’altra parte aumenta il numero delle offerte di lavoro di lavoro pubblicate sui principali 51 quotidiani Usa. Il relativo indice (Help wanted Index) si è posizionato sui livelli massimi da circa un anno.
Altro elemento di rilievo da tenere sotto osservazione nelle prossime giornate è l’andamento del prezzo del greggio che oggi sta continuando a registrare un forte calo dopo le dichiarazioni di alcuni esponenti Opec secondo cui i tagli della produzione che dovrebbero essere implementati dal primo di aprile potrebbero essere posposti. Secondo alcune voci di mercato non sarebbe neanche da escludere l’ipotesi di un rialzo della produzione, decisione che potrebbe arrivare a sorpresa nel prossimo meeting Opec del 31 marzo p.v.
La variabile petrolio è di estrema importanza perchè potrebbe dettare in modo più preciso il timing di un eventuale rialzo dei prezzi nel prossimo futuro, fattore quest’ultimo che, come già evidenziato, risulta essere a sua volta determinante per le decisioni di politica monetaria della Fed.
In tale contesto rileviamo come sia in atto un andamento dicotomico (c.d. decoupling) delle aspettative sui tassi: da un lato la Fed che sembra essere più propensa verso l’ipotesi di un rialzo dei tassi ed un atteggiamento diametralmente opposto da parte della Bce. Le ripercussioni sono evidenti sia sul cross Euro Dollaro ,dove si sta assistendo ad un rafforzamento del Dollaro, sia in termini di differenziali di tasso Usa-Euro che, sul tratto decennale si sta progressivamente chiudendo. Al momento tale spread è posizionato a 7bps sul tratto decennale.
Andamento divergente infine anche sul forex: il citato recupero del Dollaro sull’Euro si sta accompagnando ad un andamento del tutto contrario rispetto allo Yen. In quest’ultimo caso pesano 3 fattori principali: 1) la fine dell’anno fiscale con il consueto rimpatrio dei capitali verso il Giappone; 2) il notevole afflusso di capitali verso il mercato azionario del Giappone; 3) la politica meno interventista da parte della BoJ. Il livello chiave in tal caso è stituato a quota 105 e non è da escludere che, proprio in considerazione della rilevanza del periodo in corso (il 31 marzo chiude l’anno fiscale) la BoJ difenda tale livello fino alla chiusura del citato periodo fiscale.
* Antonio Cesarano e’ il Responsabile Desk Market Research di MPS Finance.