Ancora trading range per l’euro-dollaro, con la moneta unica che non approfitta dei dati negativi provenienti dagli Stati Uniti: gli ordini di beni durevoli, indice importante perché dà un’illustrazione di fondo del settore manifatturiero, sono scesi a maggio del 2,8 per cento (meno un per cento il dato depurato dalla componente volatile del settore trasporti), rispetto al meno un per cento fissato come valore di consensus dagli analisti (più 0,2 per cento il dato core). Nonostante il dato il cross sia rimasto in un trading range abbastanza contenuto, situazione che si verifica da diversi giorni ormai, con addirittura il testing a ribasso del supporto statico a 1,3415, con conseguente rimbalzo in area 1,344. Il mercato sembra ormai attendere la fine della riunione del Fomc, che è cominciata ieri e terminerà nella serata odierna con l’annuncio riguardante i Fed Funds, che con ogni probabilità rimarranno invariato al 5,25 per cento e la consueta riunione in cui si avranno nuove indicazioni sullo stato dell’economia Usa, con delle aree che sembrano continuino a crescere, anche se in maniera moderata, e altre che sembrano accusare maggiori difficoltà. Il dollaro ha recuperato terreno anche nei confronti della sterlina, con il cable che dopo il raggiungimento dei due dollari per sterlina di ieri ha rintracciato fino in area 1,992 rimbalzando sulla media esponenziale a 10 giorni e risalendo poi in area 1,9970. Sembra invece consolidarsi il recupero dello yen, dopo il saliscendi che ha caratterizzato la sessione di due giorni fa. Durante la sessione asiatica, complice anche la pubblicazione positiva delle vendite al dettaglio (in crescita dello 0,1 per cento su base annuale e dello 0,5 per cento su base mensile), sono ricominciati gli acquisti di yen, con il cross euro-yen che è sceso di due figure, toccando un minimo a 164,25. La situazione sembra essere favorita anche dalla riduzione generalizzata della propensione al rischio (si considerino a riguardo i risultati dei mercati azionari di questi giorni) con un diffuso indebolimento delle valute ad alto rendimento come il dollaro neozelandese e quello australiano, in lento ma costante rintracciamento sia contro lo yen che contro il greenback. Il cross dollaro-yen si è invece stabilizzato sul supporto a 122,4 dopo aver segnato un minimo a 122,24. Sottolineamo, inoltre, le strette monetarie da parte della Banca centrale in Polonia, con i tassi di riferimento in aumento di un quarto di punto al 4,5 per cento e in Norvegia.
di Lorenzo Daglio ed Emanuele Furlan*
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