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Usa: creati 216.000 posti, disoccupazione all’8,8%

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New York – Nel mese di marzo gli Stati Uniti hanno creato piu’ posti di lavoro del previsto nel settore non agricolo, 216 mila contro i 185 mila attesi, e in un altro segnale di buona ripresa dell’economia il tasso di disoccupazione e’ sceso all’8,8%, ai minimi da aprile 2009.

I dati sono stati resi noti dal Dipartimento del Lavoro.

Ritoccato al rialzo il dato precedente, a 194 mila posti creati da +192 mila. Il tasso di disoccupazione era atteso sulla stessa cifra di febbraio, all’8,9%. Solo cinque mesi fa, in novembre, era stato toccato il livello piu’ alto da aprile 2010, pari al 9,8%.

Non e’ un segreto che nel settore privato le aziende stanno continuando ad assumere. I posti creati sono piu’ di quelli attesi (+230 mila contro i +203 mila del consensus). I livelli da record delle esportazioni e i guadagni nel giro degli affari e nelle spese al consumo stanno spingendo societa’ come Chrysler e Kohl a incrementare il personale, contribuendo a diminuire l’impatto del rincaro dei prezzi energetici sulla crescita degli Usa. Il valore del petrolio e’ ai massimi degli ultimi due anni.

Le condizioni in miglioramento dell’economia hanno incoraggiato le autorita’ di politica monetaria a segnalare che le operazioni di acquisto di Treasuries a lunga scadenza si concluderanno come previsto a giugno. Esclusa dunque un’altra tornata di misure straordinarie di Quantitative Easing.

“La ripresa del mercato del lavoro sta accelerando”, dice a Bloomberg Robert Dye, senior economist di PNC Financial Services Group, precisando che “sempre piu’ aziende piccole stanno partecipando al round di assunzioni. Questo offre una base di supporto importante ad una ripresa auto alimentata e sostenibile”.

Analizzando il report nelle sue componenti, le ore medie lavorative settimanali sono state pari a 34,3 in linea con le 34,3 attese. Il risultato e’ identico a quello visto in febbraio. Il reddito medio per ora e’ rimasto invariato, deludendo le aspettative che erano per un rialzo dello 0,2% dopo l’incremento dello 0,2% di febbraio.