Guidare una major petrolifera, anche per effetto dei profitti record sulle elevate quotazioni del greggio, vuole dire guadagnare quasi il triplo dei colleghi a capo delle più grandi società statunitensi: 32,7 milioni contro 11,6 milioni di dollari. E’ il dato che emerge dalla ricerca congiunta condotta da Institute for Policy Studies e United for a Fair Economy, sui compensi ricevuti dagli amministratori delegati delle prime 15 compagnie petrolifere che toccano nel 2005 un record totale di 512,9 milioni di dollari. Nel dettaglio, la cifra comprende l’assegno di 95,1 milioni incassato da William Greehey, numero di Valero Energy (il più grande raffinatore Usa), considerando stipendio, stock options e altri benefit, e i 69,7 milioni portati a casa da Lee Raymond, il manager che lascia a gennaio la guida di Exxon Mobil. Al confronto, i top executive delle più grandi società della Corporate America si fermano ad “appena” 11,6 milioni. Il fenomeno delle retribuzioni record dei manager di vertice, tuttavia, è sempre più nel mirino dei soci, come dimostrano i tentativi di fissare i tetti dei compensi sia presso la Exxon Mobil sia presso la Home Depot, e le critiche di parte del Congresso proprio sulla maxi-buonuscita di Raymond. Lo studio, inoltre, evidenzia pure un altro curioso aspetto: gli amministratori delegati a capo delle società legate alla difesa raddoppiano i guadagni dopo gli eventi terroristici dell’11 Settembre 2001 e sulla scia della guerra in Iraq. I colleghi delle grandi società Usa, vedono nello stesso periodo aumentare gli stipendi solo del 6 per cento.