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(WSI) – Tassi di interesse: in area Euro la settimana si è conclusa con un rialzo dei tassi su tutta la curva. Si restringe il differenziale sul decennale Italia-Germania portatosi in prossimità dei 90 pb. Trichet, al termine del G30 a Roma, ha dichiarato che il calo del Pil nei paesi industrializzati sta rallentando, ma che numeri positivi si potranno vedere solo il prossimo anno. Il presidente della Bce ha inoltre aggiunto che per sostenere la fiducia è importante mantenere la stabilità dei prezzi. A tale proposito ha precisato che la Bce non intende modificare la definizione di stabilità dei prezzi che mira a mantenere l’inflazione sotto il 2%. Oggi con la chiusura del mercato statunitense e della Gran Bretagna, l’attenzione degli operatori è focalizzata sulla pubblicazione dell’indice Ifo che potrebbe evidenziare un ulteriore miglioramento della componente prospettica e corrente. Sul decennale la resistenza passa per 3,66% ed il supporto a 3,54%. Negli Usa tassi di mercato in marcato rialzo soprattutto sulla parte a lungo termine con lo spread sul segmento 2-10 anni arrivato ai massimi dallo scorso novembre, così come anche il tasso decennale governativo. Tale andamento è stato determinato dall’effetto scia della revisione in negativo dell’outlook sul debito Uk cui hanno fatto seguito le dichiarazioni di Bill Gross (il gestore di Pimco che ha in carico il più grande fondo obbligazionario mondiale con una dotazione di circa 150Mld$) secondo cui il downgrade del rating Usa è possibile sebbene non immediato. Questa settimana inoltre saranno offerti circa 100Mld$ di titoli con scadenze comprese fra 2 e 7 anni. Nel frattempo tra i membri della Fed continua il dibattito sulla validità o meno della politica di acquisto di asset, difesa strenuamente da Kohn, il membro più anziano del board che ha stimato in circa 1000Mld$ l’impatto positivo sul Pil nei prossimi anni, aggiungendo che la ripresa sarà verosimilmente graduale e che la Fed non avrà probabilmente bisogno di rialzare i tassi per qualche tempo. Toni diversi sono stati invece quelli utilizzati da Fisher, presidente della Fed di Dallas, preoccupato della percezione del rischio causato dall’easing quantitativo della Fed, soprattutto nell’ambito asiatico. Lo stesso Fisher, rispondendo a domande sulle cause della crisi ha dichiarato: ” Fa parte dell’istinto umano ricercare livelli di rischio, tassi e rendimenti più elevati quando i tassi sono contenuti e la curva è piatta”. Oggi giornata di chiusura sui mercati in una settimana in cui tra i principali dati macro figurano gli ordini di beni durevoli e la seconda lettura del Pil del primo trimestre.
Valute: Dollaro in forte deprezzamento vs. Euro raggiungendo il livello minimo da inizio anno, sulla scia del timore degli impatti negativi della crisi sul rating del debito Usa, in un anno come quello in corso in cui non manca chi come Goldman Sachs arriva a stimare le emissioni lorde fino a 3250Mld$. In una giornata in cui saranno assenti diversi operatori per festività, il cross potrebbe oscillare tra 1,39 e 1,4030. Deprezzamento dello Yen nel corso della notte in seguito alla notizia del test nucleare effettuato dalla Corea del Nord. Per questa settimana verso Dollaro il supporto da monitorare si colloca in area 93,40-94. Verso Euro la resistenza dinamica si colloca a 133,70, la successiva a 137,40. Il supporto passa da 130, il successivo da 127.
Materie prime: sale dell’1% il greggio Wti, favorito dal deprezzamento del Dollaro. In calo il gas naturale (-2,4%). Giornata di forti rialzi per i metalli industriali guidati dalle importazioni cinesi record ad aprile. In controtendenza l’alluminio (-0,5%). Tra i migliori nichel (+5,5%), zinco (+5,3%) e rame (+3,3%). In rialzo i preziosi con l’oro (+0,8%) salito ai massimi da oltre due mesi. Contrastati gli agricoli, con il grano (+3,2%) in evidenza. Bene anche il mais (+1,5%).
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