Economia

UP, crisi 2009 abbatte consumi ma migliora fattura energetica

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(Teleborsa) – Il 2009 è stato il quarto anno di diminuzione per i consumi di energia, con un calo molto più forte (-5,8%), evidente riflesso della frenata economica. Lo rileva l’ultimo rapporto annuale della Unione Petrolifera, presentato quest’oggi, che sottolinea come pur essendo favoriti dal decremento dei prezzi delle fonti energetiche, i consumi sono stati decisamente penalizzati dalla forte contrazione delle attività industriali. Minori consumi e maggiore produzione interna, in particolare di fonti rinnovabili, hanno migliorato la dipendenza energetica dall’estero del nostro Paese nel 2009 scesa all’ 83,4 per cento contro l’84,5 dell’anno precedente. La flessione delle quotazioni mediamente registrata nel 2009 non è riuscita ad impedire il crollo dei consumi di prodotti petroliferi trainato dalla crisi economica. Con il calo più forte degli ultimi 30 anni (-6,3%) essi si sono attestati a 75,4 milioni di tonnellate. Nel 2009 si è accentuata la flessione della produzione nazionale di greggio, che dopo il -11 per cento del 2008 ha registrato un -12,3 per cento, attestandosi a circa 4,6 milioni di tonnellate: un valore analogo alla produzione del 2000, mentre nel 2005 aveva quasi raggiunto i 6,1 milioni di tonnellate. Nel 2009 l’Italia ha importato circa 76 milioni di tonnellate di greggio, con un decremento del 7,5 per cento rispetto all’anno precedente. IN calo anche i consumi di gas. Quanto alla fattura energetica, la contrazione dei consumi registrata anche nel 2009 ed il forte calo dei prezzi delle materie prime energetiche e petrolifere, solo in parte frenate dalla svalutazione dell’euro verso il dollaro, hanno determinato una notevole contrazione della fattura energetica italiana rispetto al 2008. La spesa nazionale per l’approvvigionamento di energia dall’estero (costituita dal saldo fra l’esborso per le importazioni e gli introiti derivanti dalle esportazioni) è scesa infatti a 41,951 miliardi di euro, contro i 59,937 del 2008 (-30,0 per cento), grazie proprio al netto calo delle quotazioni petrolifere. Ad eccezione delle importazioni nette di energia elettrica e dei biocarburanti, le altre fonti hanno rilevato notevoli riduzioni rispetto all’anno precedente. In particolare dopo quella petrolifera, la spesa netta per l’approvvigionamento del gas, passata da 22,253 a 16,846 miliardi di euro (-24,3 per cento), con oltre 5,4 miliardi di euro in meno ha fornito il maggior contributo al risparmio sulla fattura energetica. Il peso della fattura energetica sul Pil è sceso dal 3,8 per cento del 2008 al 2,8 per cento, contro una media del 5,2 per cento nel periodo 1980-85.