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Unicredit: sotto inchiesta il presidente del maggior azionista

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La procura di Teramo contesta a Paolo Biasi, presidente della Fondazione Cariverona, il reato di bancarotta preferenziale. La procura ha comunicato l’avviso di conclusione delle indagini a Biasi, ex presidente del cda della Bluterma, l’azienda di Colonnella (Teramo) dichiarata fallita nel maggio 2008. Si ipotizza che Biasi, iscritto nel registro degli indagati nel 2009, abbia utilizzato fondi dell’azienda. La Fondazione Cariverona e’ il principale azionista italiano di Unicredit.

La notizia e’ arrivata guarda caso mentre e’ in corso da circa tre ore il comitato governance di Unicredit chiamato ad affrontare la questione dell’avanzata dei soci libici nel capitale della banca e a formulare le risposte alle richieste di chiarimento di Bankitalia sul tema. Nella sede di Piazza Cordusio sono stati visti entrare Luigi Castelletti (Fondazione Cariverona) e Fabrizio Palenzona (Fondazione Crt) già in mattinata, mentre si sono aggiunti nel pomeriggio Francesco Giacomin (Cassamarca) e Vincenzo Calandra Bonaura (Carimonte).

Principali azionisti Unicredit
Dati delle comunicazioni ufficiali Consob aggiornati al 24 marzo 2009

Mediobanca – 6,761%
Fondazione Cariverona – 5,009% Casse di Verona, Vicenza, Belluno e Ancona
Central Bank of Libya – 4,613%
Fondazione Cassa di Risparmio di Torino – 3,719%
Carimonte Holding – 3,122%
Allianz SE – 2,201%
Barclays Global Investors UK Holding Ltd. – 2,003%

Altri azionisti
Dati assemblea straordinaria azionisti Unicredit.

ABN AMRO 1,88%
Fondazione Cassa di Risparmio di Roma 1,10%
Fondazione Manodori 0,90%
Fondiaria SAI 0,77%
Regione Siciliana 0,62%
Fondazione Banco di Sicilia 0,60%
Assicurazioni Generali 0,42%

Chi è Paolo Biasi? Intanto è il titolare del gruppo omonimo della famiglia Biasi di Verona leader storico nel settore termoidraulico con la società operativa Bsg (caldaie, etc.), con attività o asset nell’immobiliare e col controllo della Fondver. I debiti del gruppo ammontano a fine aprile a 113,8 milioni di euro (fonte Il Mondo n. 32 del 6 agosto).

“Nel rilancio del gruppo Biasi … la tabella di marcia dettata dalle banche creditrici è stringente”, dice sempre iI Mondo. Lo schema è quello già visto tante volte: la società operativa Bsg sarà incorporata in una “newco (la magica parola dell’Alitalia e ora anche della Fiat di Pomigliano), un Nuova Biasi, che si focalizzerà sul settore termoidraulico ricapitalizzandosi con 4 milioni di euro e con la famiglia Biasi ancora al ponte di controllo. Tutto il resto (la Biasi e la Fondver) confluirà nella solita “bad company” verrà, da Il Mondo, “messa in liquidazione (ex art. 182 della legge fallimentare) e entro il 2014 i liquidatori dovranno attuare” la vendita di asset immobiliari per incassare 64,2 milioni con cui “ripianare in parte il debito di 113,8 milioni con le banche (Unicredit, Intesa Sanpaolo e Bnl) oltre che con i fornitori.

La Newco, quindi, avrà una posizione finanziaria netta di 26 milioni, mentre tutti i debiti, meno 10 milioni di competenza della Nuova Biasi, andranno nella bad company. In attesa del completamento delle procedure di liquidazione, si legge sempre su Il Mondo, le banche creditrici, dopo aver digerito parte dell’esposizione attuale, manterranno fino al 2014 il supporto finanziari finora in essere e, in aggiunta, erogheranno senza garanzie un ulteriore prestito di 7 milioni perché la Nuova Biasi possa operare. La Nuova Biasi, infine, dovrà perseguire un paino di sviluppo per aggregazioni o la partecipazione di controllo potrà essere ceduta.

Tutto chiaro? Un dettaglio. Paolo Biasi, oltre che, come dicevamo all’inizio, titolare del gruppo omonimo, è anche presidente di Fondazione Cariverona, nota a Vicenza per la sua vecchia radice locale e per i suoi contributi a cui la città deve molto, ma anche e soprattutto [secondo socio] per importanza di Unicredit, una delle banche più esposte, se non la più esposta, per il passato e per il futuro di Biasi, vecchia e nuova company che sia.

La stessa banca che, per la discesa dei suoi utili, “deve” ridurre il personale di 4.700 unità e a cui ogni giorno si rivolgono, forse con analoga attenzione, tante piccole aziende e tante famiglie indebitate, che le parole newco e bad company al massimo le hanno solo lette. Tutto chiaro, allora, e tutto sicuramente lecito nel supporto al gruppo Biasi, presidente della fondazione Cariverona, socia di riferimento di Unicredit. Ma anche tutto italiano.

P.s. I lavoratori come saranno divisi tra newco e bad company? Il Mondo non lo scrive. La cronaca fra un po’ ce lo dirà. (tratto da VicenzaPiu’)