Economia

Debito, Unicredit: sostenibilità destinata a migliorare

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Nonostante il sensibile rialzo degli indicatori del sentiment sulla sostenibilità del debito italiano, i Credit default swap e lo spread Btp-bund, Unicredit ritiene che il Tesoro non avrà problemi a completare le emissioni da qui alla fine dell’anno mantenendo sulla via del miglioramento il costo del debito.

Attualmente è già stata emessa oltre raccolta oltre la metà delle risorse previste il funding 2018. “Il progresso nel funding”, ha detto Chiara Cremonesi, stragist del fixed income di Unicredit, “è migliore di quanto visto negli anni passati. Nel nostro scenario base ci aspettiamo un costo complessivo del funding inferiore dell’1% per l’intero anno, mentre il costo per le emissioni a medio lungo termine lo stimiamo all’1,55%. Questo è un tasso di molto inferiore a quello medio dei titoli in scadenza”.

Fra giugno e dicembre restano da finanziare 10 miliardi di emissioni, al netto della copertura dei bond in scadenza, una cifra che dovrebbe essere assorbite, grazie al contributo sul mercato secondario del quantitative easing della Bce, che rastrellerà circa 15 miliardi di titoli.

Anche sulla base di queste considerazioni, il costo del debito non dovrebbe aumentare nei prossimi mesi, ha rassicurato Cremonesi di UniCredit: da inizio il costo medio è stato dello 0,68%.

Unicredit ha compiuto simulazioni per i prossimi mesi, concludendo che anche nello scenario più pessimista (e irrealistico) il costo medio del funding arriverebbe all’1,1%, e all’1,65% per la componente relativa al debito a medio e lungo termine: si tratterebbe dunque di costi inferiori rispetto al debito a medio/lungo termine in scadenza quest’anno.

Nel 2019 che il costo medio del debito potrebbe riprendere a salire, ma solo nel peggiore dei tre scenari simulati dall’istituto; nell’ipotesi intermedia, invece, il costo del funding passerebbe allo 0,9% con un tasso dell’1,53% per il debito a medio/lungo termine (a fronte di un costo del 2,25% sui titoli in scadenza).