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UNICREDIT: PIANO-SCUDO CONTRO LA CRISI

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Via libera dal Cda di Unicredit al piano di rafforzamento patrimoniale da 6,6 miliardi di euro. Al termine di una riunione durata oltre cinque ore il consiglio della banca ha approvato un aumento di capitale al servizio di un’emissione obbligazionaria convertibile per complessivi 3 miliardi e il pagamento del dividendo 2008 in azioni per 3,6 miliardi invece che in contante. La mossa, decisa al termine di una settimana in cui il titolo in Borsa è stato investito in pieno dalla crisi partita dai mutui americani, punta a centrare l’obiettivo di solidità patrimoniale (Core Tier 1) sopra al 6% richiesto dalla Banca d’Italia per la fine dell’anno, portandolo al 6,7%.

Il gruppo rivede anche una stima degli utili per il 2008 a 5,2 miliardi (ovvero un utile per azione ante aumento di capitale di 0,39 euro contro il precedente target di 0,52 euro). “Il sostegno convinto dato dai nostri principali azionisti al piano di rafforzamento del capitale è un chiaro messaggio di fiducia nel gruppo, nel suo modello di business diversificato e nella sua solidità finanziaria”, ha dichiarato il presidente Dieter Rampl al termine del consiglio indicando inoltre che “il Cda ha voluto sottolineare il suo forte sostegno e la sua completa fiducia nel management.

Questa operazione – ha proseguito – fa di Unicredit uno dei gruppi con il più elevato livello di patrimonializzazione in Italia”. Rampl si è poi detto convinto che “la performance commerciale e un’ancora più solida base patrimoniale continueranno a rappresentare gli elementi chiave per la creazione di valore di Unicredit a beneficio dei suoi azionisti, dei suoi clienti e dei suoi dipendenti”. Piazza Cordusio ha creato così un presidio patrimoniale per scongiurare una nuova ondata di vendite in borsa sui timori, in particolare, per l’esposizione del gruppo con Hvb in Germania e Bank of Austria. Ed evitare così di diventare preda di gruppi più grandi come il Santander, che non ha smentito nei giorni scorsi voci in tal senso.

I principali azionisti di Unicredit insieme ad altri investitori istituzionali si sono impegnati a sottoscrivere fino a 3 miliardi di euro negli strumenti finanziari ‘Cashes’ previsti dal piano, ha assicurato Unicredit nella nota seguita al termine del cda. Di questi, 2 miliardi sono già stati approvati dai rispettivi organi deliberativi, mentre ulteriori ordini fino a 1 miliardo sono in attesa di approvazione nei prossimi giorni. Advisor del piano sono Unicredit Markets & Investment Bank, Mediobanca e Merrill Lynch. Il gruppo milanese ha quindi deciso di convocare l’assemblea straordinaria degli azionisti nel prossimo mese di novembre.

L’obiettivo di Profumo é di “concludere l’operazione prima possibile e in ogni caso entro il primo trimestre 2009”. L’assemblea sarà chiamata ad approvare un aumento di capitale per complessivi 973 milioni di nuove azioni ordinarie ad un prezzo pari a 3,083 euro per azione, pari al valore di riferimento alla chiusura di Piazza Affari venerdì scorso. Sul piano c’é quindi il sì delle fondazioni, che rinunciano la prossima primavera a incassare il dividendo in contanti. Per l’adesione di massima alla manovra la fondazione Crt, secondo azionista della banca con il 3,8%, ha riunito il suo consiglio nel pomeriggio dopo il sì arrivato dalle fondazioni Cariverona, primo socio col 5%, e Carimonte holding (3,3%).

Domani alle 8, prima dell’apertura della Borsa, il piano sarà presentato in conference call alla comunità finanziaria, poi toccherà al mercato dare il suo responso. Certo è che per l’a.d. Alessandro Profumo e i vertici, si pone ora – commentano a caldo gli operatori – un problema di credibilità dal momento che hanno smentito a più riprese un aumento di capitale, al quale alla fine hanno dovuto ricorrere.