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UniCredit: nuovo cambio al vertice. Dopo Profumo via anche Rampl

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Milano – Dieter Rampl non si ricandida alla presidenza di Unicredit. La decisione arriva nel corso di un consiglio di amministrazione drammatico, durato quasi sette ore, nel corso del quale il banchiere tedesco ha dovuto prendere atto del mancato sostegno dei soci alla sua rielezione la prossima primavera, quando tutto il board andrà rinnovato con l’assemblea di bilancio di fine maggio.

IL TANDEM – L’uscita di Rampl – già amministratore delegato di Hvb, l’istituto bavarese comprato dal gruppo italiano nel 2005 chiude definitivamente una stagione per Unicredit, che poco più di un anno fa aveva subito la cacciata del suo storico capo azienda, Alessandro Profumo. Un tandem, quello tra Profumo e Rampl, che ha dato grandi risultati, finchè è durato. Permettendo a Unicredit di diventare la prima vera banca paneuropea, presente in 22 Paesi. Era stato lo stesso Rampl, una decina di giorni fa al Forex di Parma, a chiedere il favore unanime degli azionisti alla sua ricandidatura al vertice. Un sì che non è arrivato. La sintetica nota diffusa nella serata di martedì lascia trasparire l’esito del confronto con il nucleo storico degli azionisti, Fondazioni in testa.

LA NOTA – «Il presidente Dieter Rampl – si legge – ha informato il Cda di non essere disponibile per un ulteriore mandato». Si apre ora un’altra partita cruciale per la seconda banca italiana, già messa alla prova negli ultimi mesi da una ricapitalizzazione da 7,5 miliardi, la più imponente mai realizzata in Piazza Affari e alla fine superata con successo. Il papabile alla successione alla presidenza del consiglio – che vedrà anche un ridimensionamento del numero dei suoi consiglieri – è Fabrizio Palenzona, influente rappresentante della Fondazione Crt. Un nome che resta in pista nonostante le smentite. Ma nulla vieta l’ingresso in campo di un outsider. Magari in rappresentanza della sempre più ampia componente di investitori istituzionali presente nell’azionariato.

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