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UNICREDIT, LO SPINOFF IMMOBILIARE E’ UNA FINZIONE CONTABILE

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UniCredit – la piu’ grande banca italiana – e’ nel mirino dei ribassisti a Piazza Affari con il titolo che ha perso oltre il 23% in due sedute, precipitando sui minimi degli ultimi undici anni (novembre 1997). Le azioni di Piazza Cordusio non sono riuscite a fare un prezzo e sono rimaste sospese per scostamenti al ribasso sul prezzo di controllo, con un teorico a -8.0%. Dopo essere rimasta sospesa per tutta la mattinata, UniCredit ha ripreso le contrattazioni in borsa e nel pomeriggio segnava un rialzo dell’11,62% a 2,9 euro, secondo i trader sull’onda dei rumors non confermati di un interesse della spagnola Banca Santander.

Santander non commenta le voci di un possibile interesse all’acquisto di Unicredit. Lo si apprende da un portavoce dell’istituto spagnolo interpellato dall’ ANSA sulle ipotesi che la banca possa approfittare della bassa capitalizzazione del gruppo di Piazza Cordusio per fare un ingresso in forze nel capitale.

Gli investitori internazionali (che si comportano esattamente come hanno fatto negli Stati Uniti con Bear Stearns, Lehman Brothers, Wachovia, WaMu, AIG, e in Europa con Fortis, Hypo Real Estate, etc etc) non hanno affatto gradito che Unicredit in mattinata abbia reso noto, su richiesta della Consob, di aver avviato in questi giorni una serie di operazioni che puntano ad alzare i coefficienti di patrimonializzazione del gruppo in modo da centrare l’obiettivo di Core Tier 1 del 6,2% entro la fine dell’anno. Adesso e’ chiaro che rientrare nei coefficienti sara’ possibile soltanto grazie a uno spinoff degli asset relativi al patrimonio immobiliare della banca. “E’ una notizia negativa perche’ dimostra che senza lo spinoff non avrebbero potuto raggiungere il target di capitale”, ha detto a Bloomberg Alessandro Frigerio, gestore di un fondo alla Sgr RMG di Milano.

Almeno 5 banche in Europa questa settimana sono state salvate o nazionalizzate per la crisi finanziaria, compresa la tedesca Hypo Real Estate in Germania, dove UniCredit ha molti assets. L’istituto guidato da Alessandro Profumo ha acquisito il controllo in Germania di HVB Group, una delle maggiori banche dell’Europa continentale.

Intanto, sulla scia di Goldman Sachs che ha tolto il titolo dalla lista dei suoi titoli preferiti (confermando comunque la raccomandazione di “comprare”), anche altri analisti hanno rivisto i propri giudizi. Euromobiliare ad esempio ha tagliato il target price a 4,8 euro dal precedente a 5,6 euro e Cassa Lombarda lo ha portato a 4,5 euro (5,1 euro il precedente). Banca Akros invece ha alzato la raccomandazione sul titolo a “buy” da “accumulate”. Infine le voci di dimissioni dell’ad di UniCredit, Alessandro Profumo, sono infondate. Lo indicano fonti del gruppo dopo i rumor di Borsa.

Il Cda di UniCredit ha approvato il 23 settembre scorso un progetto di conferimento di una parte del portafoglio immobiliare a un fondo chiuso, mentre la banca non sta più considerando la creazione di una partnership commerciale con una banca d’affari internazionale sui perfoming asset. Lo dice una nota dell’istituto diffusa su richiesta della Consob, in cui si conferma la raggiungibilità dell’obiettivo di Tier 1 a 6,2%.

Dalla transazione immobiliare, che dovrebbe completarsi entro il 2008, saranno generati più di 15 punti base sul Core Tier 1, dice la nota. Da operazioni, completate a settembre, nell’ambito del programma di ottimizzazione e riduzione dei risk weighted asset saranno generati fino a ulteriori 12 punti base. Le operazioni annunciate sono in linea con l’obiettivo di rafforzare i coefficienti patrimoniali del gruppo per raggiungere l’obiettivo di Core Tier 1 al 6,2% entro la fine dell’anno.

I forti ribassi degli ultimi giorni del titolo Unicredit ricalca quello che avviene in questi giorni per la maggior parte delle grandi banche europee, “sotto pressione per la forte ondata di vendite da parte degli investitori istituzionali”. Ha spiegato così, il direttore generale dell’Abi Giuseppe Zadra, la tempesta abbattutasi sui titoli di Piazza Cordusio.

“Ci sono stati grandi realizzi su tutte le borse – ha sottolineato Zadra a margine di una conferenza stampa di Patti Chiari -. Una grande ondata di vendite da parte di investitori istituzionali che cedono i titoli per bisogno di liquidità”. In pratica questi investitori, ha spiegato, si sono approvvigionati sul mercato monetario, “immettevano commercial paper e compravano azioni, ma ora non potendo più andare sul mercato del debito devono vendere gli asset che non possono più detenere”.