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Unicredit: Ghizzoni e la “battuta” su Tremonti

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Riflettori puntati oggi su Unicredit, che guida i rialzi in borsa dei titoli bancari sulla scia delle diciarazioni rilasciate dal nuovo amministratore delegato Federico Ghizzoni. Amministratore delegato che, nella presentazione delle strategie di Piazza Cordusio, ha fatto anche un riferimento a Tremonti.

Rivolgendosi agli analisti con alcuni quesiti: “secondo voi e’ piu’ rishioso il Portogallo o la Polonia? La Russia o la Grecia? L’Italia o la Polonia, qui se mi sente Tremonti, mi uccide…”.

Riguardo alle strategie, Ghizzoni ha confermato che Unicredit lavora all’espansione in Europa centrale e orientale. In particolare, l’obiettivo è l’apertura di nuove 900 filiali, 300 in Turchia e Romania, 120 in Ungheria e 180 negli altri paesi, in particolare Russia, Bulgaria e Serbia. Unicredit è tra i primi cinque gruppi bancari in europa orientale e centrale.

Per ora, inoltre, Unicredit non intende vendere la controllata kasaka Atf. Lo ha spiegato Ghizzoni. Per Atf “contiamo di concludere la ristrutturazione il prossimo anno, ma non è in vendita. Piu’ in generale sulle eventuali dismissioni in Europa orientale non intendo fare nomi, al momento seguiamo l’evoluzione del mercato ma non abbiamo pressioni”, ha spiegato.

Continuando, il successore di Alessandro Profumo ha sottolineato che il rapporto tra attivita’/capitale di Unicredit Group in Europa centrale e orientale “resta all’8,4%, piu’ bassa di quella dei nostri competitori”. A livello di ricavi, Ghizzoni ha spiegato che il 75% arriva da tre paesi: Russia, Turchia e Polonia. A livello di qualita’ dell’attivo, inoltre, il numero uno ha sottolineato che le perdite sui crediti si stanno normalizzando dopo i picchi dovuti alla crisi economica.

Ancora, Unicredit avrebbe intenzione di continuare a distribuire dividendi. Lo ha spiegato l’ad rispondendo a una domanda di un analista nel corso della conference call focalizzata sull’area Cee. “Continueremo – ha affermato il manager – a distribuire dividendi”.

L’amministratore delegato ha poi precisato i costi che Unicredit dovrà sostenere a causa dell’introduzione della nuova tassa sulla banche in Germania e Gran Bretagna: si tratterà di una somma di circa 135 milioni. “In Germania 120 milioni, in Gran Bretagna, che per noi e’ marginale, si tratta di 15 milioni”. Ancora incerto, infine, l’impatto in Austria e Polonia, dove i governi stanno ancora valutando se introdurre la nuova imposta.