UNICREDIT E BANCA INTESA TRA I 30 COLOSSI MONDIALI MONITORATI PER EVITARE FUTURI RISCHI SISTEMICI
Il Financial Stability Board, presieduto da Mario Draghi, ha stilato una lista di mega gruppi finanziari (bancari e assicurativi) della particolare e odiosa categoria “too big fail”, e cioe’ troppi grande per fallire, poiche’ in caso di fallimento presenterebbero rischi sistemici troppo alti per il capitalismo attuale (non riformato).
La lista, finora segreta, e’ stata resa pubblica dal Financial Times, e comprende 6 gruppi assicurativi e 24 gruppi bancari transazionali con operativita’ a livello mondiale; il Financial Stability Board li tiene sotto controllo dall’anno scorso per evitare che in futuro si ripetano casi tipo AIG, che avrebbero effetti devastanti sul sistema.
I gruppi assicurativi sono compresi perche’ possono unita’ creditizie molto forti, come Aviva, o business di “ingnegneria finanziaria”, come Swiss Re, e come era AIG, salvata con un’iniezione di circa 300 miliardi di dollari nell’ottobre 2008 proprio per il rischio sistemico causato dalla diversificazione in molti paesi nel”offerta di servizi finanziari vari.
GRUPPI ASSICURATIVI:
Axa, Aegon, Allianz, Aviva, Zurich e Swiss Re.
GRUPPI BANCARII (per paese:
STATI UNITI:
Goldman Sachs
JPMorgan Chase
Morgan Stanley
Bank of America
Merrill Lynch
Citigroup
GIAPPONE
Mizuho
Sumitomo
Mitsui
Nomura
Mitsubishi
UFJ
CANADA
Royal Bank of Canada
GRAN BRETAGNA
HSBC
Barclays
Royal Bank of Scotland
Standard Chartered
SVIZZERA
UBS
Credit Suisse
FRANCIA
Société Générale
BNP Paribas
SPAGNA
Santander
BBVA
GIAPPONE
Mizuho
Sumitomo
Mitsui
Nomura
Mitsubishi
UFJ
ITALIA
UniCredit
Banca Intesa
GERMANIA
Deutsche Bank
OLANDA
ING
Il Financial Stability Board (FSB), secondo il Financial Times, avra’ il compito di coordinare la supervisione di questi 30 gruppi finanziari che hanno operativita’ globale. La notizia piu’ incredibile, tra le le tante anticipate dal quotidiano britannico, e’ che alle banche e assicurazioni listate qui sopra il FSB chiedera’ anche di preparare (in gergo) un “testamento in vita” (“living will”) cioe’ un documento che dovra’ specificare come ogni istituto pianifica di poter essere smembrato o spezzetato in vari business nell’eventualita’ di una crisi finanziaria.
I grandi gruppi hanno gia’ protestato, sostenendo che un “testamento in vita” e’ praticamente impossibile da stilare, non potendo sapere in anticipo le cause di eventi alla base di future crisi (i cigni sono neri solo quando non sono prevedibili, altrimenti non sono “cigni neri”). Da notare che per gli enti di controllo come il FSB il “testamento in vita”, che e’ chiamato ufficialmente “recovery and resolution” (ripresa e risoluzione) dovrebbe essere stilato nei prossimi 6-9 mesi. Sarebbe interessante sapere, per quel che riguarda l’Italia, se gli azionisti di Unicredit e Banca IntesaSanpaolo potessero conoscere qualche dettaglio su tali scenari, prima di essere costretti a leggerli su WSI.
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AGGIORNAMENTO 1 DICEMBRE 2009
Il Financial Stability Board in un comunicato ha smentito una notizia riportata da Ft che stilava una lista di istituti finanziari che, se in difficoltà, comporterebbero un rischio sistemico. L’Organismo che sta mettendo a punto delle forme di supervisione sovranazionale dei mercati ha segnalato che intende chiedere ai principali istituti finanziari di creare un collegio di supervisione e non un piano di emergenza da usare in caso di un’altra crisi così come riportato da Ft.