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Unicredit, azionista della banca si sfoga: “spinto alle soglie del suicidio”

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Milano – La disperazione degli imprenditori travolti dalla crisi arriva anche all’assemblea di Unicredit, con un piccolo azionista che prende la parola per dire di essere stato “spinto alle soglie del suicidio”.

Durante l’assemblea dei soci della banca sul bilancio 2011, un imprenditore di Parma, Roberto Di Taranto, è intervenuto raccontando la sua storia drammatica, sostenendo che la sua famiglia “è stata ridotta sul lastrico” per una segnalazione errata e un mancato indennizzo. Una situazione insopportabile che, senza una transazione, potrebbe spingerlo ad “allungare la lista dei suicidi di imprenditori”. Di Taranto ha spiegato che aveva tre società, ma nel 2009 per “un errore” è stato segnalato alla Centrale rischi della Banca d’Italia.

Gli sono stati così revocati tutti gli affidamenti e per questo è andato in fallimento. Ma nonostante “due pronunciamenti” in suo favore del tribunale di Parma, Unicredit si sarebbe rifiutata di aprire una trattativa per concedergli un indennizzo, necessario per intraprendere una nuova attività.

“Ho 55 anni – ha detto l’imprenditore – sono disoccupato e non ho più possibilità di trovare impiego come lavoratore dipendente”. Ha chiesto quindi all’assemblea di votare una mozione in suo favore per ottenere una transazione ed essere indennizzato, evitando i “tempi troppo lunghi della giustizia civile”. Se questo non succederà, ha concluso Di Taranto, “non escludo che la lista degli imprenditori recentemente suicidatisi possa allungarsi di un altro nominativo”.

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