La compagnia del petrolio e del gas ungherese Mol ha rimandato al mittente l’offerta d’acquisto da parte della compagnia petrolifera austriaca Omv. L’ha affermato, secondo quanto riporta ieri il Financial Times, l’amministratore della Mol Gyorgy Mosonyi. “Avevano chiaramente intenzione di fare un’offerta in contanti agli azionisti Mol”, ha detto Mosonyi al quotidiano economico. “Abbiamo deciso – ha aggiunto – che la proposta non presentava vantaggi: non beneficiava gli azionisti ed era negativa dal punto di vista della costruzione di valore”. L’offerta è venuta con una lettera della Omv al Consiglio d’amministrazione Mol nella quale la compagnia austriaca proponeva un prezzo di 30 mila fiorini (122,45 euro) per azione, di poco al di sopra del valore di mercato registrato alla chiusura della borsa di lunedì. Omv ha diverse volte affermato nell’ultimo mese che intende creare una sinergia con la Mol attraverso negoziati “amichevoli”, ma ha dovuto affrontare il fuoco di sbarramento proveniente dalla Mol e dalla politica ungherese. Lo stesso primo ministro magiaro Ferenc Gyurcsany è intervenuto, definendo “ostile” il tentativo di acquisto da parte della compagnia austriaca. Mosonyi ritiene che un’eventuale fusione Omv-Mol creerebbe gravi problemi con le autorità regolatrici dei mercati di Ungheria, Austria, Slovacchia e Romania, considerato anche il fatto che lo Stato austriaco continua a detenere una quota pari al 31,5 per cento in Omv.
g.c.