(9Colonne) – Roma, 18 mag – Una Risonanza non si nega a nessuno. E neppure una TAC. Figuriamoci un’analisi del sangue. E quando il Servizio Sanitario passa alla cassa si accorge che le cifre sono impressionanti. Nel 2005, secondo una stima Istat, in Italia sono stati effettuati 215 milioni di accertamenti diagnostici, esclusi quelli in ospedale e in day hospital. Una persona su 4 si è sottoposta ad un accertamento diagnostico nell’anno. In particolare, sono stati effettuati 150 milioni di esami di laboratorio e 65 milioni di esami strumentali. Gli uomini hanno effettuato questi accertamenti più delle donne, l’indice è del 22 per cento. Sempre nel 2005 sono state effettuate 200 milioni di visite specialistiche, il 25 per cento sono visite odontoiatriche. Il 50 per cento sono a pagamento. “Tutto questo – ha detto il presidente della Fadoi (federazione delle associazioni dei dirigenti ospedalieri internisti) Giovanni Mathieu durante il congresso in corso a Roma- sarebbe accettabile se un così alto volume di analisi di laboratorio e strumentali fosse giustificato da una reale necessità di diagnosi e terapia. Invece, molti di questi accertamenti sono impropri, prescritti non per risolvere un dubbio diagnostico ma per dare tranquillità a chi li richiede. E’ come se il paziente, ormai, avesse bisogno solo di prove scritte e refertate sulle proprie condizioni fisiche e psichiche”. “C’è poi un aspetto- ha aggiunto Mathieu- e cioè che molti di questi accertamenti sono duplicazioni, vale a dire esami ripetuti perché ritenuti non affidabili, addirittura non ben eseguiti in strutture non all’altezza”. Al Congresso della Fadoi è stato auspicato l’avvio di una campagna di educazione della popolazione. “Ben vengano i finanziamenti per dissuadere la gente dal fumo. Ma sarebbero accettabili anche finanziamenti mirati all’educazione sanitaria e cioè a far capire alla gente le regole più semplici nella gestione della propria salute. La prevenzione è importantissima. Ma per metterla in atto non serve percorrere la via dello spreco”.
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