*Pierpaolo Scandurra è Managing Director di www.certificatiederivati.it. I suoi commenti non implicano responsabilita’ alcuna per Wall Street Italia, che notoriamente non svolge alcuna attivita’ di trading e pubblica tali indicazioni a puro scopo informativo. Si prega di leggere, a questo proposito, il disclaimer ufficiale di WSI.
(WSI) –Come un’atleta che crolla a pochi metri dal traguardo, il petrolio ha mollato di colpo ad un passo dai fatidici 100 dollari al barile, dati ormai per certi fino ad una settimana fa. Ed invece sono stati fatali i 99,29 dollari toccati nella mattinata del 21 novembre per innescare una veloce correzione che ha prodotto in soli dieci giorni uno scivolone del 12,5%. A questo punto vien da chiedersi se il target atteso da molti analisti può considerarsi raggiunto con conseguente inizio di un nuovo ciclo, (che dovrebbe essere correttivo della lunga salita), oppure se lo storno attuale è da considerarsi come una semplice correzione tecnica prima di nuovi slanci rialzisti.
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Una soluzione al rebus è rappresentata da un certificato di investimento, strutturato da Abn Amro per chi intende restare agganciato al trend primario; emesso il 6 luglio scorso , il certificato appartiene al filone dei Protection tematici ed è legato al petrolio Brent. Al termine dei prossimi quattro anni e sei mesi il certificato rifletterà in maniera più che totale la crescita dell’ICE Brent Crude, il petrolio dei mari del nord quotato a Londra, e nel contempo proteggerà integralmente il capitale nominale pari a 100 euro (corrispondenti ai 75,64 $ del sottostante). Da rilevare nell’ambito dell’analisi del pricing che la quotazione attuale è rimasta ancorata al livello di emissione nonostante nel frattempo la quotazione del Brent sia salita fino agli attuali 87,55$. La causa di tale immobilità va ricercata nella lunga durata residua del prodotto e nell’ aspettativa di un raffreddamento dei prezzi per il futuro ( la scadenza 2012 viene ora scambiata a 83 dollari).
Tornando alle caratteristiche del certificato, al rialzo viene offerta una partecipazione in leva 1,1: quindi oltre la soglia strike ( i 75,64$) ogni 10% di rialzo realizzato dal petrolio si tramuterà in un rendimento dell’11% per il certificato. Ipoteticamente se il certificato scadesse oggi all’investitore verrebbero riconosciuti 115,65 euro per ogni certificato posseduto contro una performance dell’ICE Brent Crude del 14,23%. Il rischio massimo insito in questa struttura è la sola restituzione del capitale iniziale, che su di un mercato così volatile come quello delle Commodity appare più un vantaggio che un rischio. Un punto a sfavore è invece la quotazione sul Luxembourg Stock Exchange, di difficile accesso.
Passando agli aspetti positivi dell’emissione, la protezione integrale del capitale unita alla possibilità di poter partecipare senza alcuna limitazione all’eventuale ulteriore crescita del prezzo del petrolio, fanno del Protection Certificate uno strumento essenziale per la corretta diversificazione settoriale e per la decorrelazione dall’asset azionario classico.
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