(WSI) – L’indice della fiducia dei consumatori rilevato dal Conference Board è sceso a novembre ai minimi da nove mesi a questa parte, rivelando una crescita del malcontento sulle condizioni dell’economia. L’indice è sceso a 90,5 punti, il livello più basso dallo scorso mese di febbraio, da 92,9 del mese di ottobre. Ma allora, qualcosa non quadra?
Il dato è risultato in netta controtendenza rispetto alle previsioni che si attendevano un incremento a quota 96,0. A condizionare negativamente l’umore dei consumatori, l’impennata dei prezzi petroliferi e la debolezza del mercato occupazionale che accrescono i timori sulla tenuta dei redditi personali. Ma la cosa più allarmante è il netto calo dell’ottimismo sull’andamento dell’economia nei prossimi sei mesi con l’indice sceso a novembre a quota 87,4 da 92,2 del mese precedente. Gli intervistati hanno espresso preoccupazione soprattutto per le difficoltà sul fronte occupazionale e sui propri redditi: la percentuale di cittadini americani che vede con particolare pessimismo la possibilità di trovare lavoro è salita a novembre a 28,1 punti da 27,9 del mese di ottobre.
Alcuni giorni fa segnalai come una anomalia si stesse verificando sui mercati finanziari. Anomalia che viene ulteriormente confermata anche dopo questa pubblicazione che vede quindi ancora le aspettative sul futuro della fiducia continuare a scendere mentre i mercati azionari continuano a salire in controtendenza, fattore assai anomalo. Chi sta sbagliando, in questa correlazione, è senz’altro il mercato azionario che ha anticipato troppo (in termini percentuali) il corso della fiducia scontando elementi che in realtà non sussistono e che quindi potrebbero sgonfiarsi molto rapidamente.
C’è poi un ulteriore elemento di sentiment (contrarian indicator), diciamo così, che rischia ora di far deragliare i mercati azionari ed è quello visibile nel grafico che rappresenta il consensus medio fra tre diversi survey di sentiment azionari importanti negli Stati Uniti (Market Vane, AAII e Investor Intelligence). La storia ci ha sempre insegnato che movimenti estremi di qualsiasi misura non possono persistere per sempre. Anzi spesso a letture estreme sono susseguiti reversal piuttosto dolorosi. Questo è appunto quello che sembra oggi volerci suggerire il grafico che segue dove la “fiducia” degli investitori verso il mercato azionario è ai suoi massimi come a Gennaio del 2004.
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