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UNA FIAT MENO BUROCRATICA

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(WSI) – I risultati del gruppo Fiat, nel primo trimestre del 2006, sono molto favorevoli e migliori del previsto. Il fatturato registra un incremento del 16,7 per cento rispetto al primo trimestre del 2005 e un utile netto di 151 milioni. Ciò prelude a un anno di svolta, nel senso che la Fiat tornerà, nel 2006, in utile d’esercizio, a prescindere da operazioni straordinarie, come quella dell’indennizzo di General Motors o da plusvalenze sulla cessione di partecipazioni.

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Tutte le società del gruppo si presentano in utile, compresa Fiat Auto, quella che, sino a ora, era stata la pecora nera. Essa è, anzi, quella che ha registrato, nel primo trimestre, i maggiori successi, con un incremento del fatturato del 23,7 per cento, che s’accompagna a una riduzione dei costi e a un aumento rilevante del volume delle vendite.

Questo ha comportato il recupero del 30-31 per cento della quota di mercato in Italia e il superamento di quella del 7 per cento a livello europeo. Fiat Auto presenta così, nel primo trimestre, un utile operativo di 57 milioni, contro 123 di perdite lo scorso anno nello stesso periodo. Si imputa il successo soprattutto alla nuova Punto. Ma questa è la causa apparente. La causa reale sta nella modifica della struttura organizzativa del gruppo, che il nuovo amministratore delegato Sergio Marchionne ha attuato, eliminando una notevole zavorra di dirigenti, che si frapponevano fra il vertice decisionale e i comparti operativi.

La nuova struttura snella fa capo a un cosiddetto GEC, Group Executive Council, composto di nove persone, compreso l’amministratore delegato, che tiene in pugno tutta l’impresa, nelle sue ramificazioni industriali, commerciali, finanziarie, di risorse umane, oltre alle relazioni esterne e le nuove iniziative. Il taglio relativo ai dirigenti non è servito solo per ridurre i loro costi e quelli del loro apparato, ma anche per sburocratizzare e svecchiare il brontosauro. E, fattore non secondario, depoliticizzarlo. Il mutamento non è completo. Fiat Auto ha ancora molti dei vecchi tic, compreso quello della richiesta di aiuti privilegiati allo stato. Ma se la nuova linea continuerà, si vedrà che anche in Italia è possibile avere una grande impresa manifatturiera competitiva.

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