Il crollo del dollaro ricorda ad alcuni vecchi trader del forex il 1973, quando l’allora presidente degli Stati Uniti Richard Nixon abbandono’ il Gold Standard, mentre l’America era in recessione e l’inflazione aveva superato il 10%. La moneta americana perse il 40% del suo valore nei confronti dello yen giapponese nei cinque anni successivi, secondo una nota dell’agenzia Bloomberg.
Tornando ad oggi, in appena 5 anni, cioe’ dal 2002, il dollaro ha in effetti gia’ perso il 40% rispetto al dollaro canadese, il 33% versus l’euro e il 24% nei confronti della sterlina inglese. L’indice che riporta il valore di scambio del greenback nei confronti di un paniere delle valute dei sette maggiori partner commerciali di Washington e’ sceso a 71.11 lo scorso 2 novembre, minimo assoluto di sempre, esattamente una settimana dopo che la Federal Reserve ha ridotto i fed funds di 0.25% al 4.5%. La maggior parte degli economisti si aspetta un ulteriore taglio di 0.25% da parte della Fed nella prossima riunione dell’11 dicembre, per moderare gli effetti del crollo del mercato immbiliare e del credit crunch nel settore bancario. Sempre secondo Bloomberg, Stephen Jen, responsabile della ricerca sulle valute della sede di Londra di Morgan Stanley, ha dichiarato che il calo del dollaro minaccia di trasformarsi in una “correzione piu’ violenta”, che potrebbe richiedere massicci interventi congiunti da parte delle tre piu’ importanti banche centrali, e cioe’ Fed, Bce e BoJ.
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