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UN UOMO DI WALL STREET AL TESORO AMERICANO

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(WSI) – Per la terza volta in altrettanti anni, George W. Bush ha attinto alla banca d’affari Goldman Sachs per un rimpasto di governo. Ieri ha nominato ministro del Tesoro il suo presidente e amministratore delegato Henry Paulson, al posto del dimissionario John Snow. In precedenza, le aveva sottratto altri due dirigenti, Stephen Friedman, preposto al Consiglio economico della Casa Bianca, e Josh Bolton, l’attuale capo di gabinetto.

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Un’onorata tradizione per la Goldman Sachs: la banca d’affari, che ha restituito Mario Draghi all’Italia, fornì all’ex presidente Bill Clinton uno dei più grandi tesorieri della storia Usa, Robert Rubin. Bush ha voluto il cambio della guardia per due motivi: Snow non è riuscito a reclamizzare a sufficienza il miracolo economico presso l’elettorato che a novembre voterà alle elezioni parlamentari; e non ha saputo imporre cambi flessibili, cioè vantaggiosi per il dollaro, alla Cina e ad altre potenze. Mentre non è certo che Paulson, un uomo schivo, sia adatto al primo compito, è certo che lo sia al secondo: non a caso, ringraziando il presidente della nomina, ha affermato che adotterà «tutti gli accorgimenti necessari per mantenere competitiva l’economia».

I mercati hanno reagito all’uscita di scena di Snow, almeno a parole un sostenitore del dollaro forte, facendo apprezzare l’euro, a quota 1,29. E peggio ancora hanno reagito le Borse, con Wall Street che ha visto precipitare l’indice Dow Jones dell’1,63% e il Nasdaq del 2,06%. Tutti in rosso anche i listini europei, da Milano (meno 2,18% lo S&pMib) a Parigi (meno 2,42% il Cac40), da Francoforte (meno 2,30% il Dax30) a Londra (meno 2,40% l’Ftse100).

Bush, nel discorso di benvenuto a Paulson, gli ha ieri fissato un programma difficile: l’espansione dell’economia in presenza di una riduzione delle tasse, e il dimezzamento degli enormi deficit del bilancio dello stato e della bilancia commerciale entro il 2009. Gli ha anche additato la strada: oltre alla libera fluttuazione delle monete, una ulteriore liberalizzazione dei commerci.

La storia personale di Paulson, 60 anni, detto Hank, è la tipica success story americana. Figlio di contadini, molto brillante negli studi, il ministro vanta due lauree, una in letteratura a Darmouth una in economia ad Harvard. È stato campione di football americano e ha fatto tutta la sua carriera dentro la Goldman Sachs. Assumendo il nuovo incarico ha rinunciato a uno stipendio strepitoso: 38 milioni di dollari nel 2005 (al Tesoro ne guadagnera’ 200mila).

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