Società

UN TAKEOVER
DI WAL-MART
SU ESSELUNGA?

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Wal-Mart, “numero 1” negli Usa (e nel mondo) della grande distribuzione, sta pensando di rilevare la catena di grandi magazzini italiani Esselunga, e’ il rumor che circola con insistenza da qualche tempo a Piazza Affari.

In vista di questo possibile scenario il padrone e fondatore del colosso della distribuzione milanese, Bernardo Caprotti, secondo le ultime indiscrezioni avrebbe gia’ terremotato il vertice di Esselunga. Nel corso dell’ultimo consiglio di amministrazione, qualche settimana fa il patron della catena di supermercati avrebbe deciso di tagliare la prima linea di manager aziendali, dal capo del personale al responsabile del settore tecnologico.

Vere le voci di contrasti con i figli Giuseppe e Violetta, che il padre aveva sperato potessero avere i titoli per competere sul mercato dei supermercati affidando loro ruoli manageriali. Giuseppe (membro del cda) e’ stato dirottato su un altro incarico, e cioe’ responsabile della centrale d’acquisto ESD, al terzo posto della struttura distributiva italiana, mentre Violetta (anche lei presente nel cda) si e’ sposata, vive ormai da anni all’estero e si e’ defilata dall’incarico aziendale che aveva.

Il gruppo Esselunga, interpellato da Wall Street Italia, smentisce comunque in modo categorico i rumors su una possibile vendita a Wal-Mart, definendoli “assolutamente falsi e privi di ogni fondamento”. Se contatti tra Wal-Mart e Esselunga ci sono stati, possono essere eventualmente intercorsi tra la proprieta’ dell’azienda italiana e il gruppo americano, ma solo per motivi di partnership commerciali specifiche.

Dal quartier generale di Wal-Mart negli Stati Uniti la risposta a Wall Street Italia da parte dei respondabili dell’ ufficio stampa e’: “No comment su queste voci, anche se ammettiamo un interesse della nostra azienda per il mercato europeo”.

Il colosso Wal-Mart Stores, Inc. (WMT – Nyse), la cui azione in questi giorni a Wall Street quota sui minimi delle ultime 52 settimane (chiusura di ieri a $52.67, -1,00%) e’ stato fin dall’inizio il modello di business a cui il geniale e duro Caprotti si e’ ispirato, dopo un suo viaggio in America negli anni Cinquanta. Anzi, Esselunga e’ “copiata” da Wal-Mart, cosi’ come Silvio Berlusconi copio’ la televisione americana. Adesso, data anche’ l’avanzata eta’ e la mancanza di eredi con lo stesso “dna imprenditoriale” del vecchio fondatore, il cerchio si potrebbe chiudere, in effetti, con un acquisto diretto di Esselunga da parte degli americani, per una cifra che negli ambienti finanziari milanesi viene stimata in qualche miliardo di euro.

La possibilita’ di un takeover viene ripresa oggi anche da alcune dichiarazioni sul fronte sindacale. Renato Losio, segretario generale della Filcams-Cgil della Lombardia, ha detto di “temere” il potenziale ingresso della Wal-Mart in Italia tramite un’acquisizione della Esselunga.

Al 31 luglio 2004, Wal-Mart aveva 1.398 negozi, 1.585 Supermercati, 539 Sam’s Club e 72 Neighborhood Markets negli Stati Uniti. A livello internazionale l’azienda controlla grandi magazzini in Argentina (11), Brasile (144), Canada (236), Cina (39), Germania (92), Corea del Sud (15), Messico (633), Puerto Rico (54) e United Kingdom (270).

Circa Esselunga, dalla nascita del primo negozio, avvenuta nel 1957 in Viale Regina Giovanna a Milano, è seguita l’apertura di piu’ di 120 punti vendita nel nord d’Italia tra Supermercati e Superstore in Lombardia, Toscana, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto. Il gruppo di Caprotti (rigidamente privato e non quotato in Borsa) impiega 13 mila dipendenti e nel 2003 ha registrato un fatturato di 4.03 miliardi miliardi di euro. E’ notoriamente un’azienda ben gestita e ultra-redditizia, ma non sono note le cifre sugli utili annuali. Secondo quanto dichiara la stessa societa’, Esselunga detiene una quota dell’8% del mercato italiano degli iper e supermercati.