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UN NUOVO POTENZIALE PER LE OBBLIGAZIONI SOCIETARIE

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Secondo Frank Hagenstein, capogruppo Corporate-Bonds e Alexander Mertz, Macro Strategist di Union Investment la crisi crea un nuovo potenziale per gli investimenti obbligazionari.

Infatti, l’empasse sui mercati dei capitali evidenzia a lungo andare anche un lato positivo – almeno per coloro che intendono investire nel settore delle obbligazioni societarie. Dopo le turbolenze registrate sui mercati obbligazionari nel corso degli ultimi mesi, la liquidazione dei debiti è diventato il vessillo sbandierato dalle imprese. E il cambio di rotta delle società è ravvisabile fin d’ora nei bilanci di fine anno: restituendo i crediti bancari e facendo scadere i commercial papers, titoli del mercato monetario a breve termine, si provvede gradatamente a ridurre l’indebitamento.

Di pari passo si procede alla vendita di beni patrimoniali tornando a effettuare aumenti di capitale sulla base di un basso livello delle quotazioni azionarie. La progressiva liquidazione dei debiti è vista di buon occhio non soltanto dagli investitori in obbligazioni societarie, ma anche dalle agenzie di rating.

Tutto a beneficio delle società stesse che saranno presumibilmente premiate con un miglioramento del merito di credito e con una stabilità delle quotazioni azionarie. Non tutte le società però considerano corretta la loro valutazione attuale sui mercati azionari, anche se sono consapevoli che tale valutazione a lungo termine migliorerà grazie alla riduzione del leverage garantendo in tal modo per anni il rifinanziamento sul mercato creditizio e su quello dei capitali.

La struttura debitoria in parità protegge da situazioni finanziarie stressanti
Si sta poi assistendo al cambiamento della struttura debitoria di molte società: si moltiplicano infatti le obbligazioni emesse a lunga scadenza per non dover far ricorso a strumenti monetari o crediti bancari a breve termine in situazioni finanziarie stressanti.

Così facendo si evitano anche empasses finanziarie insorte a seguito delle trattative sulla concessione di crediti e di eventuali rifiuti di fondi in fasi critiche.

Se le imprese perseguiranno con circospezione l’aggiustamento dei bilanci e la liquidazione dei debiti, gli spread delle loro obbligazioni riusciranno senz’altro a sganciarsi dai mercati azionari. Anche in passato si sono viste fasi di bassa correlazione tra ritorni azionari e creditizi. Gli spread sui crediti si sono allargati già nel corso della fase rialzista registrata sui mercati azionari dal 1997 fino alla primavera 2000, a seguito di un indebitamento sempre più elevato effettuato in funzione della massimizzazione dello shareholder value.

E mentre gli investitori in azioni da ormai due anni e mezzo soffrono per un mercato orso, la fase di ampliamento per il comparto corporate persiste ormai da circa cinque anni – tolte alcune interruzioni, come per esempio quelle dopo gli attacchi terroristici dell’11 settembre.

I mercati delle obbligazioni societarie hanno quindi anticipato nettamente la problematica dell’indebitamento dovuta alla fase rialzista dei mercati. Le strategie della liquidazione dei debiti abbinate al basso livello dei prezzi attuali e all’aumento dei differenziali di rendimento nei confronti dei titoli di stato favoriscono il comparto societario e le prime riduzioni degli spread si possono notare già dall’ottobre di quest’anno.

Aggiustamenti di bilancio ancora al centro dell’attenzione.

Al momento, le obbligazioni societarie fanno registrare mediamente spread elevati. Tuttavia, in un contesto congiunturale caratterizzato da debolezza, i titoli corporate restano tendenzialmente stabili nella misura in cui le società riescono a portare avanti la liquidazione dei debiti. Nella situazione attuale, l’attenzione è rivolta unanimemente all’aggiustamento dei bilanci e quindi le imprese e gli azionisti perseguono gli stessi interessi.

È vero: limitarsi a tagliare i costi in caso di un persistente peggioramento degli utili non è certo il modello del futuro. Molte imprese usciranno comunque rafforzate da questa crisi presentandosi snellite ed efficienti alla prossima fase di ripresa. E sono appunto queste le imprese che nel corso dell’anno prossimo offrono agli investitori in obbligazioni un potenziale notevole. A causa dei rischi di prezzo, peraltro non trascurabili, gli investitori dovrebbero costruirsi un portafoglio corporate diversificato, ricorrendo per esempio a un fondo che evidenzi mediamente un buon rating.