(9Colonne) – Roma, 15 mag – I costi di realizzazione delle linee ad alta velocità in Italia sono in media doppi e addirittura tripli rispetto agli altri Paesi europei. Così il ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro in audizione oggi pomeriggio presso la commissione Lavori Pubblici del Senato. “L’aumento delle spese per l’alta velocità – ha detto Di Pietro – sono date da tre motivi: la ridefinizione dell’impostazione progettuale, a seguito delle modifiche apportate per conferire alla nuova infrastruttura valenza anche di ‘alta capacità’, oltre che di ‘alta velocità’; la riqualificazione delle aree attraversate dalle linee ferroviarie ad alta velocità; le modalità di affidamento delle opere che hanno posto la committenza in una condizione di minore capacità negoziale rispetto a una competizione di mercato attraverso gare europee”. “Negli anni ’90 – ha aggiunto il ministro delle Infrastrutture – c’era un solo soggetto normativamente indicato che ha imposto il prezzo”. “In base a una specifica analisi condotta da RFI (Rete Ferroviaria Italiana, ndr) – ha continuato Di Pietro – sono state individuate le principali motivazioni delle più rilevanti differenze di costo tra le linee di alta velocità in corso di costruzione in Francia e in Spagna dove si spendono una media di 9/10 milioni di euro a chilometro e quelle alta velocità/alta capacità nelle stesse condizioni in Italia, il cui costo ammonta a 32 milioni a chilometro”. Le varie voci di spesa consistono in 4-6 milioni di euro per la modalità di affidamento, 6-7 milioni di euro per le specifiche progettuali (alta capacità, orografia e sismicità del territorio), 6-8 milioni di euro per le prescrizioni ambientali e territoriali, 1.5-2 milioni di euro per l’antropizzazione del territorio e l’acquisizione di aree e 1.3-1.5 milioni di euro per l’innovazione tecnologica e l’adeguamento alle nuove norme. “Laddove ci siamo trovati a operare insieme ad altri Paesi, ad esempio nella Torino-Lione, i costi – sottolinea il leader dell’Italia dei valori – hanno ritrovato i loro punti di equilibrio”.