Società

Un altro blogger non ne puo’ piu’ e getta la spugna

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Luca Conti si guarda allo specchio e ammette: Pandemia “non mi diverte piu'”. Un tempo (non piu’ di due anni fa) fu il n.1 tra i blog italiani, adesso e’ al 40esimo posto in classifica. Troppe altre cose da fare, tra Twitter, Facebook, convegni, seminari, etc etc. E coi blog non si guadagna. Ma WSI va in controtendenza. E dopo aver chiuso il Forum WSI, tool del web 1.0, annuncia invece una nuova pagina di BLOG, per tutti i blogger che cominciano ora e che hanno bisogno di visibilita’. E anche per i molti amici e amiche – seri, competenti e non affiliati – che si occupano gia’ sui loro blog di economia, finanza, mercati, politica, hi-tech, societa’, news. Approfittate del traino della home page di WSI che ha 320.000 visitatori unici al mese (Google Analytics marzo 2011), certo non e’ il traino di “Striscia la notizia”… ma potete scrivere subito da QUI. Un caro saluto e molta stima a Luca Conti.
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Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

La riflessione giunge tardiva, ma la consapevolezza spesso richiede tempi lunghi. Dai primi anni in cui curavo con grande entusiasmo Pandemia, il vento è cambiato. Non posso negare che scrivere sul blog (non solo su Pandemia, come è facile evincere girare sugli altri a me intestati, personali e non) non mi diverte più.

Alcune cose sono passate altrove e col tempo sono anche cresciute in quantità e qualità – segnalazioni di eventi, di link, di notizie, di stati d’animo, di incontri su Twitter, cronache quotidiane più o meno personali su Facebook – altre hanno cambiato luogo, forma e quantità. Non ho più voglia di commentare l’attualità spicciola e neanche di dare notizie in maniera più articolata, consapevole che la maggiorparte di chi mi legge conosce quelle notizie e le conoscerà in tempi brevi da Techmeme, Wavu, Wired.it o dagli amici su Twitter e Facebook che puntano alla fonte diretta internazionale. Per altre notizie c’è Nova, dove nell’ultimo periodo ho scritto tutte le settimane e che contribuisce anche al mio conto in banca in maniera diretta. Per la formazione ci sono incontri ad hoc, gratuiti e a pagamento, pubblici e privati, dove ho parlato in più di una occasione negli ultimi mesi. Ci sarebbe spazio per qualche opinione e qualche volta qualcuno me la chiede direttamente e finisce su un blog, su un giornale, in una intervista in radio o dentro una tesi di laurea. Forse la differenza sta proprio qua. Non più tardi di due, tre anni fa, Pandemia aveva un ruolo più centrale. Oggi il contenuto di Pandemia e la sua produzione hnnoa lo stesso volume (e presuntuosamente aggiungo la qualità) di parole, ma in forme diverse online, su carta, via etere, in privato o in libreria.

Questo mettere un punto non vuole essere una pietra tombale su Pandemia o sul blog come strumento, ma un avviso ai naviganti. Nei prossimi mesi con grande difficoltà Pandemia riprenderà ad essere quel che era anche pochi mesi fa. Probabile venga sommerso di aggiornamenti settimanali di Twitter, che hanno il pregio di sintetizzare momenti, link e contenuti in forma breve, facilmente digeribile anche in formato digest settimanale. Se ti dà noia, mi dispiace, ma al momento è quel che passa il convento. Non mai è a costo zero (il tempo è denaro), ma se ti va di seguire i miei punti di vista, le strade sono più di una: in libreria con Hoepli, in edicola con Il Sole 24 Ore (e presto anche su iPad), qualche volta in radio e tv, oltre a Twitter e Facebook in tempo reale o quasi.

Cosa altro è cambiato, oltre alla moltiplicazione dei flussi che non è certo una novità dell’ultim’ora? Due cose tra tutte: la voglia di vivere in prima persona invece di documentare e quella di consumare media invece di produrli. Sarò certamente in controtendenza, forse come reazione ad alcuni anni molto intensi, ma oggi preferisco partecipare ad un evento, viverlo intensamente, non lasciando tempo in quelle stesse giornate a tempo ritagliato per fare cronache live o differite. Certo, su Twitter ci son sempre, ma il l’impegno dedicato è molto inferiore a quello anche solo di un live blogging. Mi diverto poi molto di più a leggere ebook e libri (molti, molti di più), a vedere film e serie tv, che a seguire l’evoluzione della rete e tenerne traccia qui. Il fattore entertainment del curare il blog è sceso e la priorità è tale che il blog non vince mai dopo cena e si vede dai post che ho scritto recentemente!

La settimana che si apre è dedicata al Festival del Giornalismo di Perugia. Grande evento dove anche quest’anno sono stato invitato a dare un contributo. Lascio ai più curiosi scoprire ora e giorno dei miei interventi.

Buon Festival e… buon blogging!

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